Doppia operazione di carabinieri e Dda a Vieste con L’arresto/fermo di 17 persone, in esecuzione di due distinti provvedimenti cautelari ed accusate a vario titolo di traffico di droga aggravato dalla mafiosità, armi e tentato omicidio sempre con l’aggravante della mafiosità. Il blitz denominato «Neve di marzo» scattato all’alba di ieri con l’emissione di 15 ordinanza cautelari firmate dal gip di Bari per traffico di droga aggravato dal metodo mafioso e armi, ha «smantellato il gruppo criminale che gestiva i traffici illeciti su Vieste e nel Gargano», hanno detto pm e investigatori nella conferenza stampa a Bari. Sabato scorso poi, su decreto della Dda, sempre i carabinieri avevano fermato per tentato omicidio aggravato dalla mafia due giovani viestani accusati del ferimento di Giovanni Cristalli avvenuto in pieno centro lo scorso 14 ottobre. «Il contesto criminale sul quale si è investigato» scrive la Direzione distrettuale antimafia in una nota stampa «riguarda la violenta contrapposizione tra i due gruppi nati dalla scissione dell’organizzazione a suo tempo capeggiata da Angelo Notarangelo, ucciso il 25 gennaio del 2015, con i due gruppi che si sono fronteggiati per il controllo del traffico e dello spaccio di stupefacenti a Vieste, meta di un enorme flusso turistico; e che per questo rappresenta una piazza di spaccio di enorme importanza. Si tratta di uno scenario di guerra» ( in 4 anni 10 omicidi, 1 lupara bianca, 6 agguati falliti) «culminato ultimamente con l’omicidio di Girolamo Perna del 26 aprile scorso». Il giovane viestano, già sfuggito a due agguati tra settembre 2016 e marzo 2017, fu assassinato sei mesi fa a 28 anni e davanti casa da un killer non ancora individuato. Perna era ritenuto al vertice dell’omonimo gruppo che si è scontrato con quello capeggiato da Marco Raduano, 36 anni, detenuto per traffico di droga aggravato dalla mafiosità e armi dal 7 agosto del 2018 quando fu fermato con altri tre concittadini dai carabinieri su decreti della Dda. L’indagine «Neve di marzo» sfociata nel blitz antidroga di ieri con 15 arresti «costituisce l’approfondimento e la prosecuzione di quella che il 7 agosto 2018» prosegue la Dda «consentì il fermo di Marco Raduano e con lui di Liberantonio Azzarone, Luigi e Gianluigi Troiano» (padre e figlio). «Contestata al gruppo Raduano l’associazione a delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo, mafioso, e dall’uso di armi. Durante le indagini, iniziate nell’estate 2017, diversi sono stati gli arresti eseguiti dai carabinieri, con importanti sequestri di cocaina, marijuana e hashish e di armi, anche da guerra. Complessivamente, nell’indagine “Neve di Marzo”, gli indagati sono oltre una trentina. Le investigazioni sono state sviluppate dagli inquirenti con modalità tradizionali, strettamente connesse al monitoraggio dinamico del territorio, ma pure con mirate indagini tecniche, anche di ultima generazione» (intercettazioni)». Secondo i pm «le due operazioni» (i 15 arresti per droga di ieri e i 2 fermi di sabato scorso per il tentato omicidio di Cristalli) «da un lato hanno portato a termine lo smantellamento del clan Raduano, dall’altro hanno consentito di stroncare sul nascere con i 2 fermi il tentativo della criminalità organizzata viestana di ricostituire, dalle ceneri dei vecchi sodalizi, nuove entità associative di tipo organizzato». Anche il clan che sarebbe stato capeggiato dal defunto Perna (il giovane aveva sempre negato d’essere al vertice di una delle batterie coinvolte nella guerra di mafia) è stato colpito giudiziariamente: il blitz antidroga «Agosto di fuoco» tra settembre e novembre 2018 portò all’arresto di una decina di persone; l’operazione «Scacco al re» dello scorso 21 marzo sfociò nell’arresto dei cugini Claudio e Giovanni Iannoli (già detenuti per «Agosto di fuoco») accusati del tentato omicidio di Raduano del 21 marzo 2018.
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