In principio fu il «clan Notarangelo»; dopo l’omicidio del 25 gennaio 2015 del presunto boss Angelo Notarangelo, il gruppo si divise in due fazioni riconducibili una a Marco Raduano alias «Pallotta», attualmente detenuto; l’altra alla batteria che sarebbe stata capeggiata da Girolamo Perna, ammazzato il 26 aprile scorso; adesso si registrerebbero frizioni e una possibile rottura all’interno dello stesso gruppo Raduano.
Raccontano questo le indagini sulla guerra di mafia a Vieste dove dal 2015 ad oggi ci sono stati 10 omicidi; 1 lupara bianca; 6 ferimenti, l’ultimo dei quali lo scorso 14 ottobre alle 3 di pomeriggio in pieno centro. Sei indagini di Dda, carabinieri e Polizia negli ultimi 14 mesi hanno colpito con 43 arresti esponenti dei due clan in guerra per la leadership dei traffici di droga. In ordine di tempo la prima è datata 7 agosto 2018, quando i carabinieri fermarono 4 persone – tra cui Raduano – accusate a vario titolo di traffico di droga aggravato dalla mafiosità e armi (processo in corso, la Dda ha chiesto la condanna dei 4 imputati a complessivi 57 anni di carcere, 20 anni invocati per Raduano).
L’inchiesta «Agosto di fuoco» della Polizia in tre atti – 21 agosto, 10 settembre, 4 novembre 2018 – portò al fermo di 10 garganici, alcuni dei quali ritenuti legati al clan Perna, accusati di traffico di droga aggravato dalla mafiosità e armi. Ci sono anche presunti esponenti del clan Perna tra le 10 persone arrestate dalla Polizia nel blitz antidroga «Ultimo avamposto» del 20 aprile scorso sull’asse Gargano-Foggia-Pescara.
Per il tentato omicidio di Marco Raduano del 21 marzo 2018 – segnò la fine della tregua dopo 8 mesi e la ripresa della guerra, tant’è che seguirono tre omicidi in due mesi – il 3 giugno scorso nel blitz «Scacco al re» la Polizia arrestò i cugini Claudio e Giovanni Iannoli ritenuti al vertice del clan Perna (quest’ultimo era sospettato d’essere il mandante dell’agguato al rivale). Ci sono infine le 2 operazioni dei carabinieri degli ultimi giorni. Il blitz antidroga «Neve di marzo»del 23 ottobre con 15 ordinanze e 35 indagati, 240 contestazioni tra cui traffico di droga e 200 episodi di spaccio, coinvolti anche presunti esponenti del clan Raduano ed è la prosecuzione dell’indagine che il 7 agosto portò in cella il boss e altri tre garganici.
Il blitz è stato preceduto il 19 ottobre dal fermo di due viestani – tra cui un presunto trafficante di droga del clan Raduano – accusati di aver tentato di uccidere lo scorso 14 ottobre Giovanni Cristalli, colpito ad una coscia da uno dei 7 colpi esplosi dai pistoleri. Per questo ferimento la Dda, che ha firmato i due decreti di fermo, contesta ai due indagati il tentato omicidio aggravato dalla mafiosità, «risultando l’azione omicidiaria riconducibile alla contrapposizione violenta derivante dalla frattura interna al gruppo criminale facente capo a Raduano per il controllo egemonico del territorio viestano e delle attività correlata al traffico di droga».
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