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Articolo “Il Parco del Gargano è fuori da EuroParc”: nota del Presidente del Parco nazionale del Gargano.

Egregio Direttore,

in quanto Presidente dell’Ente Parco nazionale del Gargano, mi corre l’obbligo di intervenire in merito ad un articolo pubblicato da retegargano.it nel pomeriggio di ieri, 4 dicembre, dal titolo “Il Parco del Gargano è fuori da EuroParc”.

L’articolo, nel riconoscere l’impegno del Parco nazionale dell’Alta Murgia, si chiede cosa stia facendo il Parco per la CETS, ed afferma, nel titolo, che il nostro Parco Nazionale del Gargano risulta fuori da EUROPARC.

Innanzitutto, approfitto di questa lettera aperta per rinnovare le congratulazioni al Presidente del Parco nazionale dell’Alta Murgia Francesco Tarantini per aver riconfermato la Carta, a 5 anni dal primo riconoscimento, e fargli gli auguri perché raggiunga appieno gli intenti dichiarati nell’articolo.

Entro nel merito per quanto riguarda il nostro Parco nazionale del Gargano.

La prima parte dell’articolo, come dicevo, dopo aver riconosciuto l’impegno del Parco nazionale dell’Alta Murgia si conclude con la domanda: E il Gargano?

EUROPARC all’unanimità ha deciso, nell’ottobre del 2017 – come giustamente riporta anche un articolo di retegargano.it del 21 ottobre 2017 –, di riconoscere per il periodo 2017-2021 la Carta Europea per il Turismo Sostenibile al Parco nazionale del Gargano. Carta ritirata presso il Parlamento Europeo a Bruxelles nel dicembre dello stesso anno. Pertanto, il Parco nazionale del Gargano ha fatto, ha fatto bene ed attualmente continua ad avere la Carta Europea per il Turismo Sostenibile (CETS) fino a tutto il 2021.

È appena il caso di evidenziare che, a conferma dell’interesse che nutro personalmente e in quanto Presidente del Parco nazionale del Gargano, lo scorso novembre ho ritenuto di incontrare i soggetti (Comuni, consorzi, associazioni, operatori turistici, ecc.), che già dalle prime fasi hanno deciso di partecipare attivamente alla CETS, per riprendere con loro il tema del turismo sostenibile in un’ottica di ascolto-confronto su come costruire le prossime fasi e giungere alla riconferma della CETS nel 2022 e, magari, ottenere il riconoscimento di una ulteriore fase di sviluppo della stessa CETS (Fase II) dove il protagonismo degli operatori privati sarà ulteriormente potenziato.

Nell’invitarla ad una necessaria correzione delle conclusioni cui si giungeva nel vostro articolo del 4 dicembre, resto a disposizione, personalmente e con gli uffici dell’Ente, a dare ulteriori integrazioni per quanto dovesse risultare necessario per chiarire al meglio il tema CETS.

Cordiali saluti.

   

Il Presidente

   

Prof. Pasquale PAZIENZA