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Lavori Pubblici/ Rischio crolli, in Puglia è rebus. Solo 38 enti su 300 hanno fornito i dati sulle infrastrutture pericolanti

Appena 38 enti pubblici e società hanno risposto al monitoraggio della Regione sulle infrastrutture a ri­schio crollo. È l’iniziativa lanciata nell’agosto 2018 dal ministro Toninelli dopo il crollo del ponte di Genova, e che – secondo gli annunci di allora – avrebbe dovuto essere completata «entro 10 giorni».

A oltre un anno dalla cabina di regia varata dall’assessore ai Lavori pubblici, Gianni Giannini, i risultati sono de­ludenti: i Comuni e le società conces­sionarie proprietarie di ponti, cavalcavia, acquedotti, edifici pubblici e altre opere in cemento armato avrebbero do­vuto rispondere entro febbraio, ma solo una su dieci ha trasmesso i dati relativi agli interventi programmati e allo stato dei cantieri.

Giannini ha tirato le somme ieri, durante l’audizione in commissione chiesto dal consigliere regionale Igna­zio Zullo (FdI). A fornire la mappa del rischio sono stati solo 31 Comuni, i 3 Consorzi di bonifica, l’Ente irrigazione, Aqp, Ferrotramviaria e Ferrovie Sud-Est. Nulla, ad esempio, dal Comune di Bari. La mappa così ottenuta è ne­cessariamente parziale, ma mostra una

situazione molto preoccupante in par­ticolare per gli edifici scolastici di al­cuni piccoli centri del Foggiano e del Salento. Alcuni Comuni hanno presen­tato dati non congruenti: non si capisce, ad esempio, cosa : entrino gli impianti di videosorveglianza o i percorsi ci­clopedonali, per non dire degli impianti di illuminazione pubblica e delle basole o dell’efficientamento energetico e le rotatorie.

L’unico ponte segnalato a ri­schio crollo è un cavalcavia sulla statale 7 ter a Campi Salentina, per il quale esiste solo imo studio di fattibilità. Insomma, la solita iniziativa all’ita­liana. La Regione ha affidato il compito di effettuare il monitoraggio all’agenzia Asset, che ha raccolto e elaborato i dati disponibili allo scopo di stilare una ipotesi di fabbisogno. «Valuteremo – ha detto l’assessore Giannini – la possi­bilità di finanziare gli interventi più urgenti». Dall’opposizione, comprensi­bilmente, sono arrivate critiche: «Serve – secondo Zullo – un’azione collettiva per sensibilizzare gli enti interessati a for­nire le informazioni necessarie per met­tere in sicurezza infrastrutture obsolete o fortemente compromesse».