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Sole 24 Ore/ Qualità della vita: il Sud sprofonda: Bari sale al 67°, male terzultina Foggia è 105esima

Il quotidiano ha pubblicato la graduatoria delle province più vivibili, realizzata considerando 90 indicatori divisi in sei aree tematiche. Milano di nuovo in vetta, mentre le province del Sud occupano le posizioni più basse, evidenziando un persistente divario territoriale.

Milano vince per il secondo anno di fila la classifica della qualità della vita redatta dal Sole 24 Ore, arrivata alla trentesima edizione. L’ultima classificata quest’anno è Caltanissetta mentre Roma e Napoli salgono alcuni gradini. Male quindi il Sud: anche se Bari mette a segno un incremento di 10 posizioni, raggiungendo il 67° posto, la coda della classifica è occupata dalle province meridionali.

Potenza è al 75esimo, segue al 76esimo la BAT, mentre Foggia è 105esima, Lecce e Taranto rispettivamente all’82esimo e al 92esimo. E ancora Brinidsi all’87esimo. Su base regionale, riemerge la contrapposizione Nord-Sud, con Trentino Alto Adige, Val d’Aosta e Friuli Venezia Giulia sul podio.

In fondo alla classifica, invece, ci sono Sicilia e Calabria. «Qualità della vita 2019» è una versione ampliata della tradizionale indagine del quotidiano sul benessere nei territori ed è realizzata su base provinciale. Rispetto all’anno scorso il numero di indicatori è aumentato da 42 a 90, divisi in sei macro aree tematiche che indagano altrettante componenti dello star bene: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia e società, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero.

La graduatoria fotografa i risultati positivi di tutte le province delle grandi città: Roma, diciottesima, sale di tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno. Napoli, pur essendo nella metà inferiore della classifica generale (81°), rispetto alla scorsa edizione sale di 13 posizioni. Sulla stessa linea le performance di Cagliari, che fa un balzo di 24 posizioni (20°), Genova sale di 11 gradini (45°), Firenze di sette (15°) e Torino è 33esima (+5 sul 2018). Infine,  Bologna in calo pur restando nella parte alta della classifica al 14° posto.

Sul podio ci sono Bolzano e Trento, rispettivamente al secondo e al terzo posto, seguite da Aosta. A spingerle sono i record “di tappa”, ossia le macro aree tematiche di cui è composta la classifica generale: Aosta è prima in “ricchezza e consumi”, Trento vince in “ambiente e servizi” e Bolzano in “demografia e società”. Per gli altri record di tappa, Oristano è prima in “giustizia e sicurezza” e Rimini in “cultura e tempo libero”. Nella top ten delle province più vivibili quest’anno entra la provincia di Monza e Brianza, che sale di 17 posizioni fino alla sesta, Verona che ne guadagna sette e arriva al settimo posto e Venezia e Parma che salgono rispettivamente di 25 e 19 piazzamenti.

 

BARI TRA LE PEGGIORI PER GIUSTIZIA E SICUREZZA – Bari rimane in Puglia rimane la città con la migliore vivibilità, visto che Lecce – la seconda tra le pugliesi – si ferma all’82esimo posto, seguita dalla Bat, da Brindisi e Foggia. Tra i fattori più forti c’è Demografia e Società, dove il capoluogo si piazza al decimo posto, con ottime performance per tasso di mortalità, famiglie numerose e mortalità per infarto miocardico acuto. Bene anche Ambiente e Servizi (46esimo posto) – soprattutto per l’Indice del clima in cui il capoluogo si piazza quarto – e cultura e tempo libero (52esimo posto), dove la qualità delle strutture ricettive è al sesto posto a livello nazionale, così come la penetrazione della banda larga, mentre non sono positivi i numeri di ristoranti e bar ogni 100mila abitanti, dove Bari arriva quasi al fondo della classifica (100esima).

Tra i macrofattori non buoni ci sono invece ricchezza e consumi (74esimo posto, molto alta la rata media mensile dei mutui, ad esempio), Affari e lavoro (85esimo posto, con una pessima percentuale di imprese straniere registrate) e la già citata giustizia e sicurezza (99esimo posto, con cattivi risultati soprattutto per furti d’auto, rapine ed estorsioni).