A Foggia presto potrebbe esserci una sezione della Direzione investigativa antimafia. Lo ha annunciato il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nel corso di un vertice in prefettura a Foggia in cui si è parlato anche della emergenza ghetti in Capitanata.”C’e’ l’esigenza – ha detto il ministro – dell’istituzione della sezione della Dia a Foggia. Serve personale aggiuntivo rispetto a quello presente a Bari.
Le cose vanno fatte un pò alla volta ma l’importante e’ che la Dia ci sia anche qui e presto integreremo l’organico. Spiegando che la Dia potrebbe essere istituita “entro l’anno nuovo, ma con tempi abbastanza brevi”. “Inoltre – ha rimarcato – e’ stato chiesto l’utilizzo di beni confiscati di cui una 20 destinati. Quando torneremo a Roma ne parleremo con il direttore dell’agenzia per vedere se c’è qualche possibilità.
“Il problema fondamentale è sicuramente il fenomeno del caporalato che si può risolvere: nulla è invincibile”. Lo ha assicurato la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, “Ci siamo dati degli obiettivi: abbiamo stabilito un programma di interventi su questo territorio che ci vedranno qui nuovamente a febbraio – ha precisato il ministro Ci sono delle misure che dobbiamo adottare anche per il superamento di questi centri (i ghetti dei migranti, ndr) dove vanno coloro che arrivano in Italia.
Apro una parentesi: noi dobbiamo valutare l’ipotesi di flussi migratori che vanno nella direzione di far venire, anche per un periodo limitato, queste persone regolarmente in Italia, per svolgere questo tipo di lavoro, per poi consentire alle stesse di tornare nei paesi di origine”. Per sconfiggere il caporalato occorre risolvere – secondo la ministra Lamorgese – il problema del trasporto dei lavoratori che “va ad incidere su un sistema e può determinare ulteriore illegalità e dare man forte a coloro che gestiscono questo fenomeno.
Sono già state adottate delle misure da parte delle Istituzioni per cercare anche di creare con un App l’incontro tra domanda e offerta, in modo da governare questo fenomeno”. “Il caporalato – ha aggiunto – si risolve anche con il superamento di questi centri con una accoglienza più diffusa sul territorio che tuteli i diritti umani”. Alla domanda di alcuni cronisti in merito allo smantellamento dei due ghetti presenti nel Foggiano la ministra ha detto che “adesso si continua con le ruspe e la messa in sicurezza di quello che rimane sul territorio con l’obbiettivo di tornare e verificare insieme alle istituzioni locali le esigenze a cui non possiamo far fronte come Governo”.
“Il caporalato non è invincibile”. Lo ribadisce la ministra alle Politiche agricole Teresa Bellanova- “Lo Stato – aggiunge – è più forte dei caporali e si sta organizzando per dare un affondo fondamentale per mettere in discussione il ruolo del caporalato intervenendo proprio su quei punti fondamentali che rendono il caporale un servizio utile per le imprese perchè offre l’incrocio tra domanda e offerta, offre il trasporto e perchè si fa carico anche del pasto dei lavoratori immigranti”.
“Occorre mettere tutte le imprese nelle condizioni di liberarsi dai servizi del caporale perchè – spiega Bellanova – c’è lo Stato che organizza i servizi anche con il privato convenzionato. Servizi che devono mettere le imprese nella condizione di lavorare e produrre nella legalità. Tutto il lavoro che si sta facendo, come tavolo e anche come visione delle tre ministre”, compresa Nunzia Catalfo per il Lavoro, “deve essere ambientalmente, socialmente ed economicamente sostenibile. Perchè – prosegue – se è sostenibile solo per un pezzo o solo per due pezzi, e non c’è la sostenibilità economica,
É evidente che alla fine su qualcuno quella non sostenibilità si scarica. In primo luogo sui lavoratori, che non vengono rispettati, e sulle imprese che o ricorrono all’illegalità o non danno più attività lavorativa”. “Alla fine il caporale – sottolinea Bellanova – condiziona la vita delle persone, ma condiziona anche la vita delle imprese, perchè il caporale nel momento in cui ha assolto questo compito che attiene al lavoro passa alla fase successiva e ricatta le imprese che accettano i suoi servizi o a quel punto pagano un prezzo attravèrso ricatti ed estorsioni”.