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9 Febbraio/ L’ECCESSO

Nella vita non si mente mai così tanto come dopo una battuta di caccia, du­rante una guerra o prima delle elezioni politiche.

OTTO VON BISMARCK

Qualsiasi riferimento in questa citazione a fatti o persone reali e attuali è puramente casuale, dovrei dire in apertura alla nostra ri­flessione, anche se i lettori più maliziosi penseranno altrimenti. In realtà le parole di Otto von Bismarck (1815-98) sopra citate non fan­no che codificare una sorta di legge generale non scritta che regola da sempre il comportamento umano.

Stiamo, però, al tema generale della menzogna, considerandola sotto l’aspetto particolare suggeri­to dal famoso uomo politico tedesco, ossia quello dell’eccesso, del­l’esagerazione, dell’enfasi. Ai nostri giorni a condizionare la comu­nicazione è stata certamente la televisione. La quale, imboccando la via dell’incisività assoluta, si è lasciata prendere la mano, usando spezie sempre più forti.

Non c’è bisogno di esemplificare perché è sotto gli occhi di tutti l’esasperazione artificiosa che dallo schermo si è ramificata in ogni ambito della vita sociale. Freud affermava che «ogni eccesso reca in sé il germe della propria auto-eliminazione».

E questo è vero, perché a furia di esagerare si resta vaccinati e si diventa indifferenti. Ma an­che questo è un danno arrecato all’anima: l’enormità nel rappresen­tare la violenza, ad esempio, certo la smitizza, ma aiuta anche a con­siderarla come una realtà consueta e scontata.

La coscienza non ha più fremiti di ribrezzo e ci si avvia appunto verso quella superficia­lità o indifferenza che è una delle piaghe del nostro tempo. È, allora, necessario un sussulto che ci faccia ritornare da un lato alla sobrietà, alla misura, all’essenzialità, e d’altro lato alla verità, alla moralità, al­la capacità di giudizio. Qualche volta di più scegliamo quella che Orazio nelle sue Odi chiamava nuda veritas.

Gianfranco Ravasi