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Conosciamo la gravità del fenomeno e ogni sfumatura della criminalità nei Ghetti di Capitanata, cosa si aspetta a mettere in campo un’azione definitiva di totale rastrellamento della zona?

Perché si indugia ancora a smantellare i “ghetti” che sono totalmente irregolari? Un plauso alle forze dell’ordine che hanno arrestato nelle scorse ore due gambiani ed un cittadino del Mali, mentre erano intenti a confezionare singole dosi di sostanza stupefacente, ma perché si continua a tollerare la presenza di baracche e di abitazioni di fortuna tra i migranti nella pista di Borgo Mezzanone?

L’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini, leader della Lega, aveva avviato una incisiva azione di sgombero, quasi del tutto interrotta con l’attuale Governo giallorosso. Eppure lo stesso Prefetto Raffaele Grassi, ascoltato dalle Commissioni Riunite Lavoro Pubblico e Privato e Agricoltura non più tardi della fine dello scorso anno, aveva pronunciato parole molto forti ai deputati membri di quei consessi nel suo intervento.

Le riprendo come promemoria.

Questi « ghetti » sono « non luoghi » dove succede di tutto: vengono commesse attività illecite, ci sono fenomeni diffusi di criminalità, al di là del furto di energia e dell’utilizzo di bombole, che sono delle autentiche bombe, che determinano poi gli incendi che, come è accaduto, provocano la morte dei migranti presenti nelle baracche. Vi si registrano fenomeni come quello del traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, taglieggiamenti, estorsioni e lo stesso caporalato. Da questi dati emerge che il fenomeno del caporalato in provincia di Foggia, praticamente, è quindi gestito prevalentemente da soggetti della stessa etnia, perché si formano dei centri di potere all’interno dei « ghetti », con dei capi caporali che incidono sullo smistamento della manodopera.

Insomma, conosciamo la gravità del fenomeno e ogni sfumatura, cosa si aspetta a mettere in campo un’azione definitiva di totale rastrellamento della zona?

Avvocato Marco Trombetta

Lega