Una pista ciclabile che collegherà Siponto col sistema degli itinerari ciclabili con l’itinerario n. 6 “Via Adriatica” che da Trieste si snoderà in parallelo con la costa adriatica, fino a Leuca. Il percorso di Siponto costituirà una alternativa al periplo del Gargano, una variante interna che consentirà di proseguire per le Saline di Margherita di Savoia. Il progetto è interamente finanziato con fondi regionali Fesr 2014-2020 per un importo di 639mila euro.
Un progetto di notevole valenza ambientale e turistica che include Siponto e dunque la riviera sud, nel circuito nazionale delle ciclovie. Il tracciato parte dall’incrocio di viale dei Pini con viale degli Eucalipti per raggiungere la provinciale “141 delle Saline” e provinciale “59” che collega Foggia e il Gargano. E’ prevista un’area attrezzata per la sosta delle biciclette nei pressi della stazione del treno-tram.
Sei chilometri con segnali di indicazioni e bacheche illustrative da Manfredonia su via Alighieri, viale Miramare, lungomare Sauro, per la pista ciclabile inserita sul marciapiede di viale del Sole che inizia dal porto turistico e da qui dovrebbe proseguire per la pista ciclabile di ben otto chilometri tracciata lungo i viali di Siponto. Dovrebbe.
Quella pista costata 400mila euro e inaugurata a giugno 2009 con grande enfasi e tanto di discorsetto pubblico dall’allora assessore alle opere pubbliche Salvatore Zingariello (componente dell’amministrazione sciolta e destinatario di incandidabilità) non esiste più, o meglio sono rimasti i resti di un lavoro eseguito evidentemente senza criterio né costruttivo né tanto meno di tracciato sovrapposto come è stato al selciato già esistente con tutte le sue sconnessioni strutturali tant’è che non ha potuto mai essere praticata, è anzi risultata una pericolo pubblico.
E’ rimasto lo scandalo di uno sconcio pagato con soldi pubblici che ha peggiorato il già precario stato di percorribilità di quei viali. E in tanti anni la civica amministrazione non si è preoccupata di almeno ripulire le strade da quell’obbrobrio lasciato a vergogna di Siponto. Per non parlare delle biciclette di uso pubblico collocate nelle apposite rastrelliere dislocate a Siponto e a Manfredonia: sono finite distrutte tanto da essere completamente ritirate.
L’auspicio e la speranza sono che la nuova ciclopista abbia migliore sorte e serva effettivamente a richiamare l’attenzione su un territorio di grande attrattiva naturalistica, un paesaggio suggestivo lussureggiante di verde lasciato colpevolmente abbandonato ad ogni sorta di illegalità e di abusivismi rilevati pesantemente dalle relazioni ministeriali che hanno determinato lo scioglimento del comune di Manfredonia per mafia.
Michele Apollonio