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Puglia a secco, scatta l’allarme acqua. Mancano 140 milioni di metri cubi

I dati annuali dell’Anbi (associazione nazionale delle bonifiche e dell’irrigazione): le risorse sono dimezzate. Calo drastico nella diga di Occhito

Se due giorni fa in Antartide il termometro segnava 18,3 gradi e a Bari 16 vuol dire che si è capovolto il mondo metereologico. E dunque è importantissimo l’allarme di Anbi, l’Associazione per le bonifiche e l’irrigazione, a proposito delle riserve idriche. «In Puglia — si legge nel rapporto dell’Anbi — si sono dimezzate in 12 mesi: circa 140 milioni di metri cubi contro i 280 di un anno fa, con un calo di circa 35 milioni di metri cubi tra il 21 gennaio e il 3 febbraio; la diga di Occhito, principale invaso della regione, segna meno 95 milioni di metri cubi.

In Basilicata manca all’appello circa un terzo delle risorse idriche disponibili un anno fa: oggi sono quasi 258 milioni di metri cubi, cioé meno 144 milioni, ma meno 43 milioni rispetto a pochi giorni fa; l’invaso di monte Cotugno, il più capiente della Lucania, registra quasi 102 milioni di metri cubi in meno». Questo è il risultato di una concentrazione nel tempo e nello spazio degli eventi atmosferici, che chiamano in causa l’uomo, i suoi stili di vita, l’utilizzo delle risorse naturali, a cominciare dall’acqua e dal suolo.

Ecco perché — afferma l’Anbi — bisogna aumentare «la resilienza dei territori e la capacità di riserva di un Paese che oggi riesce a trattenere solo l’11% della pioggia che, se non adeguatamente gestita, da risorsa si trasforma in pericolo».
La protezione civile

Ogni anno — ha ricordato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli — i danni per calamità naturali ammontano a 7 miliardi e le emergenze aumentano costantemente: in Puglia tra il 2013 e il 2019 se ne sono contate 7, in Basilicata 5, a fronte di 11 anni per realizzare un’opera pubblica di valore superiore ai 10 milioni. Come sarà il prossimo luglio se quello dell’anno scorso è stato il più caldo dal 1880, anno della prima rilevazione? È presto per fare previsioni, certo é che il surriscaldamento del pianeta sta facendo aumentare in modo esponenziale il rischio desertificazione.

L’allarme fu lanciato già 18 anni fa da Pietro Laureano a proposito della Daunia, oggi il rischio per tutta la regione è salito al 57%, mentre in Basilicata è al 55%.
La situazione all’Eipli

Intanto si aggrava la realtà occupazionale dell’Eipli, l’ente fornitore all’ingrosso di acqua non trattata agli acquedotti pugliese, lucano e del consorzio jonico-cosentino, ma anche all’ex Ilva e alla Fca di Melfi. L’Epli è in liquidazione dal 2011, la situazione debitoria è arrivata a 67 milioni, così in questo caso emergenza idrica e occupazionale vanno a braccetto: 150 lavoratori tra Puglia e Basilicata (più altri 46 con contratti a tempo determinato) potrebbero perdere il lavoro e per questo chiedono un incontro urgente ai ministri dell’Economia e delle Politiche agricole, al presidente Emiliano e per il 21 hanno indetto uno sciopero con presidio davanti alla Prefettura barese.

Rosanna Lampugnani

corrieremezzogiorno