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15 Marzo/ GLI OCCHI DEI BAMBINI

Guardate un bambino, guardate l’aurora di Dio, guardate gli occhi che vi fissano e vi amano. A un bimbo si può dire tutto. Quando Uno di questi graziosi uccellini vi guarda fiducioso e felice, l’anima si risana.

FEDOR DOSTOEVSKIJ

Un giorno, mentre attraversavo i giardini di via Palestra a Milano, mi sono imbattuto in un bambino che mi è venuto incontro offrendo­mi un dolce mangiato a metà: i genitori si sono scusati e forse l’avran­no poi sgridato perché l’infamia della pedofilia, tra i vari danni provo­cati, ha anche introdotto il sospetto sistematico nelle relazioni. Negli occhi m’è rimasto a lungo quel visino «fiducioso e felice», così come lo descrive in modo splendido Dostoevskij nel brano citato. Ciò che mi colpisce nelle parole del grande scrittore russo è legato a due frasi.

La prima è sugli occhi dei bambini «che vi fissano e vi amano»: è quella fiducia primordiale che noi, adulti maliziosi e sospettosi, ab­biamo perso. E per questa innocenza nell’affidamento all’altro che Gesù ha scelto proprio i piccoli come simbolo della fede autentica: «Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cie­li…». L’altra frase riguarda, invece, «l’anima risanata» dall’incontro con queste piccole creature di Dio. Stare in loro compagnia, stupirci e divertirci con loro ci rende diversi, anzi, ci riporta all’autentica umanità. Voglio, allora, finire con le parole di un famoso teologo del Novecento, Hans Urs von Balthasar (1905-88), che lascio alla medi­tazione personale: «Ogni bambino comincia nell’assoluta novità del­l’essere, in quella stessa assoluta meraviglia e stupore che è anche l’atto fondamentale nella via della filosofia».

Gianfranco Ravasi