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Coronavirus/ Muore primo medico in Puglia: è un 59enne foggiano. Fimmg: combattiamo senza strumenti

Un medico di San Severo in servizio a Torremaggiore, risultato positivo al Coronavirus, è morto ieri sera nell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. L’uomo, Antonio Maghernino, operava nella guardia medica, aveva 59 anni ed era ricoverato nel reparto di rianimazione del nosocomio foggiano voluto a San Pio. La notizia ha fatto rapidamente il giro di tutta la collettività e ha avuto la conferma dal sindaco di San Severo, Francesco Miglio. Si tratta del primo medico vittima del coronavirus in Puglia. Decine i messaggi di cordoglio provenienti da ogni parte della provincia, soprattutto dalla zona in cui il medico operava.

LA FIMMG: MA CI SERVONO GLI STRUMENTI

«Con quella di Antonio – scrive Donato Monopoli, Segretario Fimmg Puglia, la Federazione medici di medicina generale – l’Italia registra 34 morti tra gli operatori sanitari, di cui 18 medici di medicina generale. I medici di famiglia e di continuità assistenziale seguitano infatti a combattere l’epidemia a mani nude, senza alcuna tutela, senza i dispositivi di protezione indispensabili. Nella nostra regione continuano ad essere drammaticamente insufficienti anche i dispositivi messi a disposizione delle guardie mediche. E pure i medici del 118 lamentano una dotazione di presidi di protezione individuale non sempre idonei e conformi alle prescrizioni dell’Istituto superiore di sanità».

I medici di famiglia hanno ampliato le ore di reperibilità telefonica, hanno attivato la possibilità di essere raggiunti dai pazienti tramite videochiamate, messaggistica Whatsapp o altre piattaforme telematiche già presenti sui sistemi gestionali della medicina generale. Ma in alcuni casi il contatto con il paziente è indispensabile per offrire assistenza, soprattutto nel momento in cui l’attività ordinaria degli ambulatori è stata sospesa dalle ASL.

Inoltre, dato che oltre il 50% dei pazienti Covid-19 vengono assistiti a domicilio, «il ruolo dei medici di famiglia e di continuità assistenziale è fondamentale proprio per combattere l’epidemia. La battaglia contro il coronavirus si vince sul territorio, trattando a domicilio in modo adeguato i casi meno gravi, in modo da evitare che peggiorino e vadano ad intasare le strutture ospedaliere. Ma per vincere questa battaglia non basta la dedizione e il sacrificio dei medici – pagati a prezzo carissimo da colleghi come Antonio Maghernino. Servono anche per l’assistenza domiciliare  i saturimetri, strumento di facile impiego per misurare la saturazione dell’ossigeno nel sangue e aiutare il medico a prendere le opportune decisioni terapeutiche. Altrimenti, il sacrificio di Antonio e dei tanti altri colleghi che hanno perso la vita facendo il loro lavoro sarà inutile».

“Diventa strategico un modello operativo del territorio non solo nella fase pandemica, ma anche in quella successiva, onde evitare reinfezioni e quindi nuovi focolai. – prosegue Monopoli – tutti i medici di medicina generale si stanno impegnando nel contenimento del contagio, monitorando a distanza i soggetti in quarantena e garantendo il miglior sostegno assistenziale possibile ai pazienti. Ma se vogliamo vincere il Covid-19 serve un’attenzione al territorio che finora è mancata”.

L’ALLARME DEI CONTAGI OSPEDALIERI E LE MASCHERINE

Quello dei contagi tra gli operatori sanitari è una delle maggiori criticità di questa emergenza: purtroppo in tutta la regione si registrano focolai in strutture sanitarie che rischiano di mettere a dura prova la tenuta di un sistema sanitario già di per sè fragile perchè non tarato su un fenomeno di queste proporzioni.

Per tale motivo le rappresentanze dei medici e degli operatori sanitari lamentano la carenza di dispositivi di protezione (mascherine, tute, ecc.) che, come ha denunciato lo stesso governatore Emiliano, in Puglia tardano ad arrivare.

 

IERI ALTRI DECESSI – Due tragedie accomunate dal maledetto virus Covd-19. Due 54enni deceduti a a causa della pandemia. È successo al Perrino di Brindisi e nell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.

Nel Brindisino è morto Raffaele De Giovanni, da oltre 25 anni riferimento della Cia Agricoltori Italiani sul territorio di Carovigno. De Giovanni era perito agrario ed aveva 54 anni, e da domenica 8 marzo si trovava ricoverato in terapia intensiva nell’ospedale «Perrino» di Brindisi, in quanto risultato positivo al Covid-19.  Apprezzato e stimato tecnico agrario, da sempre ha rappresentato un importante e valido punto di riferimento per i tecnici e i dirigenti Cia a livello provinciale e regionale, oltre che per le tantissime aziende agricole da lui assistite ed anche per le Amministrazioni comunali che si sono susseguite alla guida del Comune di Carovigno.

Da diversi anni era anche impegnato nei progetti di valorizzazione dell’olio di oliva, e negli ultimi anni si era dedicato anima e corpo alla lotta alla Xylella fastidiosa, sostenendo da sempre le ragioni della scienza e battendosi per far valere i diritti degli agricoltori. Lascia la moglie e due figli, ai quali in questo momento i dirigenti, i tecnici, i collaboratori e il personale del sistema CIA di Puglia e della provincia CIA Due Mari (Taranto-Brindisi) si stringono affranti.

Nel Foggiano, invece è morto all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo un docente di San Nicandro Garganico) risultato positivo al Coronavirus. Ne dà conferma il primo cittadino del comune Garganico, Costantino Ciavarella. L’uomo di 54 anni era ricoverato dallo scorso 2 marzo e – a quanto si apprende – era affetto da patologie pregresse.