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Rodi/ “Quest’anno non apro”. Per Vincenzo D’Errico la stagione estiva salterà e l’Hotel Riviera resta chiuso.

Noi restiamo chiusi quest’anno, perché non riusciremo ad aprire la nostra struttura ricettiva”. Esordisce così Vincenzo D’Errico, noto im¬prenditore della Capitanata e titolare dell’Hotel Riviera a Rodi Garganico. La sua struttura di accoglienza turistica gode di una posizione invidiabile, tra agrumi da una parte e mare dall’altra. Ma la crisi che ha investito il settore turistico non bada ai luoghi, al¬le strutture e alle persone. Coinvolge tutti.

“Non è conveniente aprire, servirebbero almeno 50mila euro – spiega meglio D’Errico – solo per iniziare. Per fare cosa? Lavorare sottotono? L’unica certezza sarebbe quella che ci rimetteremmo econo-micamente in maniera ancora più pesante rispetto a quanto sta già avvenendo”.

“Fortunatamente per me, la struttura ricettiva non è l’unica mia fonte di guadagno. La situazione, però, è davvero drammatica e mi chiedo come potranno fa¬re tutti i lavoratori stagionali, invece, che vivono solo di questo. A metà marzo-inizi dì aprile iniziavano a lavorare. L’anno scorso, a metà febbraio, avevo già una ragazza in più nel personale; a marzo, altri 3-4. Ad aprile erano 7-8 unità in più.

Tutte persone che lavoravano durante la stagione e nei restanti mesi potevano godere dell’indennità di disoccupazione, riuscendo a far quadrare il proprio bilancio famigliare. Cosa succederà a tutta questa gente, stante l’impossibilità di aprire le strutture d’accoglienza turistica?”, chiede D’Errico.

Conversando con il patron dell’Hotel Riviera, si nota che è risoluto e che la sua decisione di non aprire non è frutto dello scoramento emotivo di un momento, quanto piuttosto di lunghe riflessioni. Però, approfondendo, si intravede una piccola speranza, anche se lui stesso la mette quasi a tacere per non alimentarla e per non crearsi aspettative che, con buona pro¬babilità, sarebbero infondate.

“Per mettere fine all’emergenza sanitaria non do¬vrebbero esserci più contagi. Serviranno, quindi, come minimo ulteriori due mesi. Ciò significa che l’estate sarebbe in pieno corso. Non ci troviamo, però, sulla costa sorrentina, dove si lavora bene anche ad ottobre permettendo margini temporali meno esigui rispetto a quelli che possiamo avere noi garganici”. Vincenzo D’Errico pone l’accento anche sui disposi-tivi di protezione individuali, sulle misure di sicurezza, oltre che sulla necessità di adattare le strutture alle nuove normative che, a suo dire, andranno a cam¬biare per lungo tempo quella che chiamavamo ‘normalità’.

“Gli esperti hanno detto che con l’arrivo del caldo, il contagio da Covid-19 potrebbe scomparire o, almeno, ridimensionarsi notevolmente. Mi auguro che possa essere così e che tra un mesetto e mezzo possa davvero scomparire, però le strutture dovranno comunque prevedere, in tal caso, appositi strumenti per evitare nuovi contagi. Le sale ristorante e i bar non dovranno creare assembramenti, quindi bisognerà fornire all’utenza spazi organizzati in maniera differente. Ci sarà sicuramente un cambio epocale nella gestione di tutte le attività, non solo quelle per l’accoglienza turistica”.

L’accoglienza estiva, sul Gargano, è rivolta preva¬lentemente ai nostri stessi connazionali. “Gli stranieri – specifica D’Errico – rappresentano una porzione che si aggira tra il 2% e il 3% degli ospiti. Non ritengo, altresì, che possano esserci chissà quali margini per i turisti che provengono dal Nord Italia, considerato che tra contagi, ricoveri e morti, purtroppo, non ci sarà tutto queste desiderio di raggiungere il Gargano. Si aggiunga che sono tanti ad essersi già giocati le proprie ferie, trovatisi ‘costretti’ a farlo per ammortizzare i danni economici derivanti dall’impossibilità di lavorare.

E’ vero che tanti, dopo mesi durante i quali c’è stato l’obbligo di restare a casa, cercheranno una soluzione al desiderio di evasione, ma penso che potranno soddisfarlo recandosi a mare nelle località a loro più vicine.

La latente speranza si svela estemporaneamente in un discorso più ampio. “Noi siamo pronti per lavorare – confessa il proprietario dell’Hotel Riviera -. Ci avevamo creduto fino ad una quindicina di giorni fa e stavamo lavorando da ottobre scorso alla nuova zona benessere, a quella dedicata all’idromassaggio, ai nuovi vialetti ed alla piscina”. Si trattava di un progetto che risale a 7-8 anni fa, “un’altra settimana di lavoro e avremmo finito tutto. Ci siamo fermati, anche perché non la vedo più tanto semplice”.

“Premesso che se non arrivano aiuti l’economia italiana è destinata a non ripartire più, seguo con interesse la proposta avanzata da Federalberghi Puglia che vorrebbe, per chi va in vacanza in Italia e documenta la spesa sostenuta, un credito d’imposta al 50% sia peri dipendenti che per i liberi professionisti, anziché i €500 ad ogni famiglia che va in vacanza prospettati da Maria Elena Boschi”.

D’Errico ritiene che possa essere congrua la richiesta che Italia Viva ha rivolto al governo: prestiti fino al 25% del fatturato del 2019, con garanzia dello Stato e obbligo di restituire tutto in 8 anni da gennaio 2022. “Una misura utile per l’invocata ripartenza. Per riaprire, nel nostro caso, servono interventi che costano migliaia di euro, ai quali vanno sommati quelli relativi ai professionisti che svolgono questi lavori o che forniscono i materiali.

E, oggigiorno, è fisiologico che tutti possano chiedere pagamenti immediati, alla luce della ‘fame’ che c’è”. L’invito finale è breve ma efficace: “Scegliete l’Italia come luogo di vacanza. I Paesi esteri risulteranno più allettanti, visto che le loro tassazioni permettono prezzi d’offerta più bassi, ma anche per questo invito tutti a riflettere ed a scegliere la nostra nazione, ancora meglio il nostro Gargano, per concedersi vacanze che resteranno piacevolmente nella loro memoria fino a quando torneranno. Perché torneranno, ne sono certo”.

Matteo Fidanza
L’attaco