Menu Chiudi

Peschici. Il TAR annulla le ordinanze di sgombero e demolizione di 28 immobili del Villaggio Moresco. Ma la vicenda non finisce qui.

E’ ancora fresco il ricordo della drammatica alluvione che ha colpito il Gargano nel settembre 2014, e in particolare il territorio di Peschici, rimasto inondato dalla piena dei torrenti di Ulse e Calena, i cui rispettivi bacini imbriferi hanno origine dalle pendici della Foresta Umbra ed attraversano la piana di  Peschici fino a sfociare nella baia del paese.

In quei dolorosi giorni di fine estate si registrarono anche due vittime, una a Vico del Gargano (l’allevatore Antonio Facenna di Carpino) e l’altra proprio a Peschici, in cui un settantenne, Vincenzo Blenx, fu travolto dalla piena del torrente Ulse.

Tale alluvione provocò anche una erosione degli argini del torrente Ulse, già interessato da precedenti fenomeni erosivi originati dalle abbondanti precipitazioni degli anni passati, fino al punto da lambire numerose unità immobiliari poste all’interno del Villaggio Moresco, densamente popolato nei mesi estivi, molte delle quali venutesi a trovare addirittura sospese o in bilico lungo l’argine in destra idraulica del torrente, o comunque gravemente lesionate nelle loro strutture portanti.

Proprio in considerazione della grave situazione di obiettivo pericolo in cui si erano venuti a trovare i detti immobili, il Sindaco del Comune di Peschici, Franco Tavaglione, nella sua qualità di Ufficiale di Governo e di Autorità locale di protezione civile, espressamente attribuitagli dalla legge (ai sensi dell’art. 54 del TUEL), ha doverosamente adottato nell’autunno del 2015, per evidenti ragioni di sicurezza e di tutela dell’incolumità pubblica e privata, due ordinanze contingibili ed urgenti con le quali ha disposto lo sgombero e la demolizione di ben 62 unità immobiliari del villaggio versanti in serio pericolo; l’adozione di tale provvedimento era stata sollecitata anche dal Prefetto di Foggia in occasione di apposita riunione tenutasi in prefettura tra i vari enti preposti al controllo del territorio in data 27.7.2015.

Avverso i suddetti provvedimenti sindacali hanno presentato ricorso 28 proprietari dei suddetti immobili (sui complessivi 62), con il patrocinio degli avvocati Pasquale D’Ascoli e Giuseppe Mescia, lamentando l’illegittimità di tali provvedimenti in quanto a loro dire adottati  al di fuori delle condizioni dell’urgenza e dell’indifferibilità; gli stessi ricorrenti hanno anche sostenuto che di recente il Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, proprio durante la pendenza del ricorso, ha eseguito dei lavori di messa in sicurezza degli argini/sponde del canale di Ulse, per cui nelle more sarebbe ormai venuta meno la preesistente situazione di pericolo per la pubblica e privata incolumità.

Il Comune di Peschici si è costituito nei relativi giudizi dinanzi al TAR (con il patrocinio dell’avvocato Domenico Fasanella), unitamente alla Prefettura di Foggia, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, alla Regione Puglia ed al Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, oltre che all’Autorità di Bacino per la Puglia, difendendo la legittimità delle suddette ordinanze sindacali, costituenti l’unico strumento per tutelare l’incolumità e la sicurezza dei proprietari e degli abitanti delle suddette unità immobiliari, posizionate a distanza pressoché nulla rispetto al canale di Ulse.

A distanza di circa cinque anni dall’inizio del contenzioso il TAR Puglia, con due sentenze emesse lo scorso 7 aprile ha parzialmente annullato le due ordinanze contingibili ed urgenti di sgombero e demolizione degli immobili emesse dal Sindaco del Comune di Peschici, ritenendo che a seguito dell’avvenuta esecuzione dei lavori di messa in sicurezza del canale di Ulse sarebbe ormai venuta meno qualsiasi situazione di pericolo per i vicini immobili posti all’interno del Villaggio Moresco.

Rispetto la decisione del TAR Puglia ma non posso che ribadire di avere agito esclusivamente per la salvaguardia della pubblica incolumità e della sicurezza degli abitanti delle unità immobiliari ubicate sulla destra idraulica del torrente Ulse, gravemente minacciate dai fenomeni di erosione dovuti alle numerose piene del suddetto corso d’acqua”, precisa il Sindaco di Peschici Franco Tavaglione. “Come Sindaco avevo il dovere di farlo e l’ho fatto, peraltro nella mia veste speciale di Ufficiale di Governo ai sensi dell’art. 54 del TUEL”, aggiunge il primo cittadino. “I lavori di messa in sicurezza del torrente Ulse eseguiti dal Consorzio di Bonifica – conclude il Sindaco –  hanno riguardato soltanto l’alveo con le relative sponde ma non hanno interessato anche gli immobili dei privati rimasti danneggiati dai fenomeni erosivi, che quindi tuttora versano in una grave situazione di pericolosità se non vengono prontamente riconsolidati. Mi riservo ogni opportuna valutazione ai fini della impugnazione delle sentenze in questione”.

Le due sentenze del TAR pur avendo accolto in parte le doglianze dei proprietari non convincono affatto”, è il commento dell’avvocato amministrativista Domenico Fasanella. “Tali decisioni hanno infatti lasciato senza risposta una serie di questioni che restano ancora aperte”. “A questo punto – prosegue il legale – l’amministrazione comunale di Peschici resta libera di proporre appello dinanzi al Consiglio di Stato avverso le suddette decisioni, stante la loro lacunosità sotto molteplici profili, oppure di adottare una nuova ordinanza contingibile ed urgente sempre a tutela della sicurezza e dell’incolumità pubblica, previa nuova ricognizione degli immobili interessati e nel rispetto di quanto stabilito dal TAR Puglia”.

La vicenda, insomma, non è affatto conclusa, nonostante la sentenza di primo grado del TAR, lasciando tuttora aperto un ampio ventaglio di scenari.