Bocche cucite su quali alberghi saranno destinati all’emergenza Covid. Gino Notarangelo (Federalberghi): “saranno strutture vicine agli ospedali”.
La Regione Puglia e la Protezione Civile hanno promosso e realizzato un accordo con le associazioni di categoria del turismo per destinare alcune strutture alberghiere ai fabbisogni per l’emergenza Covid- 19. La firma dell’accordo quadro “consente alla Protezione civile di avere la disponibilità di strutture alberghiere in Puglia per accogliere persone che, sulla base delle valutazioni ed indicazioni della ASL, non possano stare in isolamento presso la propria abitazione”.
Sono due le tipologie: “Personale medico e paramedico che ne farà richiesta perché desidera soggiornare al di fuori della propria famiglia per evitare possibili contagi, e cittadini che sono stati in contatto con contagiati e vogliono effettuare la quarantena al di fuori del nucleo familiare”.
Le strutture dovranno assicurare l’isolamento richiesto ai pazienti post-ospedalizzati, dimessi dall’ospedale in condizioni stabili con esito tampone negativo, nonché ai pazienti in assenza di tampone nei quali è stata indicata la necessità di un periodo di isolamento. Da una prima stima, si tratta di circa 1.500 persone.
Tra le 24 strutture, spicca la provincia di Foggia con ben 9 hotel: lo stesso numero che si raggiunge sommando BAT (3), Brindisi (2), Lecce (2) e Taranto (2); Bari, invece, ne ha 6. Massimo riserbo su quali siano le strutture in questione, appellandosi all’inflazionata legge sulla privacy ed a una non meglio precisata “salvaguardia della reputazione delle aziende coinvolte”, nonostante la Federalberghi regionale abbia voluto redigere un comunicato stampa nel quale si esalta il “cordone umanitario nella nostra associazione, che opera in sintonia con tante altre risorse della comunità politica e civile”. Tante altre risorse che non contemplano, però, quella fondamentale dell’informazione che opera al servizio delle comunità locali.
Gino Notarangelo, presidente di Federazione Alberghi della Confcommercio Foggia e titolare dell’Hotel Gattarella a Vieste, ne ha parlato con l’Attacco.
“La partecipazione numerica della nostra provincia mostra come siamo sensibili verso le dinamiche territoriali. Sappiamo che non possiamo permetterci il ‘lusso’ di abbandonare il personale sanitario al suo destino, anzi la loro presenza e il loro lavoro sono fondamentali per tutta la comunità”, osserva il viestano.
Neanche il presidente di Federalberghi Foggia soddisfa la richiesta di conoscere gli hotel della Capitanata che ospiteranno l’utenza summenzionata. “Si tratta”, spiega, “di strutture d’accoglienza vicine fisicamente a quelle ospedaliere e sanitarie che stanno affrontando il Covid-19, cosi da permettere un più comodo raggiungimento dei luoghi deputati all’accoglienza”.
Andando per esclusione, non è arduo immaginare che qualche hotel possa trovarsi tra San Giovanni Rotondo e Foggia (forse anche tra Manfredonia e San Severo), e che le località garganiche come Vieste non vadano prese in considerazione, vista l’oggettiva difficoltà di raggiungerle in tempi brevi.
“E1 un’iniziativa volontaria, avviata con senso di responsabilità e di vicinanza verso i nostri operatori sanitari che stanno lavorando in prima linea ed ai quali ci sentiamo vicini”, continua Notarangelo. “I diversi operatori turistici si stanno dando da fare, seppur senza clamori, donando mascherine, respiratori per gli ospedali, strumenti di protezione individuali, materie prime e cibo. Tutto per il piacere di farlo, non per conquistare notorietà o perché ci si aspetti un qualche riconoscimento”.
La Protezione Civile della Regione si è impegnata ad acquisire la totalità delle camere disponibili nella struttura, riconoscendo per ogni camera messa a disposizione (vuota o piena) l’importo di 30 euro al giorno + IVA qualora dovuta. “Non lo si fa nemmeno per i soldi”, precisa Gino Notarangelo.
La diffusione a livello nazionale della guida per la sicurezza all’interno delle strutture turistiche, redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è partita proprio da Federalberghi di Foggia, che l’ha tradotta e distribuita.
‘‘Oggi la si sta prendendo come esempio in tutta Italia e stiamo ragionando su come poter riaprire in piena sicurezza, quando sarà possibile. Purtroppo, però, la nostra categoria è stata completamente abbandonata e paga il prezzo più grosso.
Non sappiamo ancora se i nostri dipendenti saranno coperti dalla cassa integrazione o dalla disoccupazione e non sappiamo nemmeno cosa succederà al riguardo delle tassazioni che ci riguardano, basti pensare a quella relativa all’IMU e all’ICI per esempio, quando lavoreremo a ritmi ridotti per via delle distanze di sicurezza che dovranno essere assicurate negli hotel”.
Notarangelo anticipa le prossime mosse: “Apriremo un tavolo, con Confcommercio e Federalberghi che coinvolgeranno le amministrazioni locali, perché dovremo sopportare maggiori costi per la sanificazione degli ambienti, per le responsabilità verso i rischi nei quali potrebbero incorrere i nostri dipendenti, per la formazione professionale.
Si utilizzi come metro la tassa di soggiorno: da questa si potrà verificare di quanto calerà il volume d’affari delle strutture ricettive e, di conseguenza e in maniera proporzionale, usarla come parametro per definire le tassazioni dovute. Ridurre le presenze nelle strutture ricettive non vuol dire diminuire i costi, ma migliorare i servizi ad un prezzo più alto. Immaginiamo un Gargano diverso, dove non conterà più la quantità ma la qualità, soprattutto del servizio che sapremo rendere e verso il quale noi per primi dovremo prestare maggiore attenzione”.
Matteo Fidanza
L’attacco