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Puglia/ Rischiano il crac 15mila spiagge. Attese direttive su pulizia e distanze. Manutenzione ferma senza l’ok del Governo.

Ben 850 chilometri di costa pugliese rischiane di rimanere senza ombrelloni e lettini. Per la stagione balneare pugliese, forza trainante del sistema ricettivo e turistico, si affacciano le preoccupazioni su come applicare le direttive anti-Covid e, soprattutto, si cominciano a fare i conti sulla «stangata» attesa nei mesi estivi, quando i vacanzieri di ogni parte del mondo cominciano ad affollare le spiagge pugliesi. Un rito che rischia di tramutarsi in un amaro ricordo.

Mauro D’Attis, commissario di FI Pu­glia, insieme al vice commissario Dario Damiani e al capogruppo in Consiglio Nino Marmo, ha orga­nizzato una riunione in video conferenza con i gestori dei lidi balneari, per manife­stare «la nostra vici­nanza non solo agli imprenditori del set­tore, ma a tutti i loro dipendenti stagio­nali».

Dal confronto è emersa la richiesta di «un sostegno economico immediato per il 2020, perché la stagione è irrimediabilmente compromessa», oltre alla proroga delle concessioni al 2033 (in de­roga alla direttiva Bolkenstein) e alla pos­sibilità di non dover rimuovere le strut­ture (problema sul quale, come noto, sono sorti diversi contenziosi in Puglia rispet­to all’annuale ordinanza balneare).

Abbiamo recepito le loro istanze, concrete e ragionevoli, e ci impegniamo a tradurle nella nostra attività politica a tutti i li­velli istituzionali – dice D’Attis – sia in parlamento con i colleghi Sisto, Ronzulli, Labriola, Minuto e Savino, sia in Regione con i consiglieri Marmo, Gatta, Aloisi, Damasceni e Pranzoso». Per la riaper­tura, invece, «è necessario programmare alcuni interventi e stabilire delle regole e questo lo deve fare con celerità il governo nazionale affinché i gestori sappiano per tempo come attivarsi e preparasi alla ri­presa delle attività».

«Durante rincontro abbiamo assicurato il nostro impegno – dice Marmo – a sottoporre al Presidente Emiliano e all’assessore al dema­nio Piemontese la ri­chiesta di un intervento urgente, attraverso ordinanza o decreto, per autorizzare le aziende turistico-balneari a realizzare le opere di manutenzione delle strutture, la pulizia delle coste e a predisporre tutto affinché siano pronte per l’apertura.

Ho trasmesso loro i provvedimenti, adottati dalla Regione Liguria e dalla Regione Abruzzo, che vanno in questa direzione».In Puglia, in particolare, «c’è da di­rimere l’eterna questione sollevata dalle sovrintendenze sull’assurda distinzione fra strutture di “facile” o “difficile” rimozione.

Questioni di lana “burocratico-caprina” che forse è giunto il momento di debellare definitivamente». Da Mim­mo Magistro arriva l’appello alla Regione all’«immediato varo di un comitato di esperti che, con poteri sostitutivi delegati dalla Giunta, definisca senza ulteriori in­dugi, i rinnovi delle concessioni al 2033 e dei Piani Comunali delle Coste dopo l’ap­provazione del Piano regionale delle co­ste.

La nomina di commissari ad acta che approvino subito i piani e rinnovino almeno le concessioni coerenti con il PRC – spiega – darà una spinta almeno morale a quanti rischiano quest’anno di ridimen­sionare le proprie attività se non chiu­derle, come già ipotizzano alcune strut­ture alberghiere sulla costa per le dif­ficoltà nell’applicare le prescrizioni ipo­tizzate dallo Stato».

Anche la capogruppo del M5S Rosa Ba­rone e il consigliere Cristian Casili, in una nota inviata all’assessore al Turismo Loredana Capone, chiedono alla Regione di avviare un tavolo di confronto con il Ministero della Salute «affinché venga immediatamente consentita la possibi­lità per i gestori degli stabilimenti bal­neari di effettuare l’attività di manuten­zione ordinaria e straordinaria e di vigilanza nei lidi e nelle relative aree in concessione o di pertinenza.

In Puglia – spiegano i pentastellati – esistono circa cinquemila stabilimenti balneari che ini­ziano l’attività, come da disposizione re­gionale, il 15 maggio e, pertanto, già dal mese di aprile avviano i lavori di manutenzione per il ripristino delle strutture dopo i mesi invernali.

Allo stato at­tuale anche l’attività manutentiva degli stabilimenti balneari è sospesa in quanto non ritenuta dal governo attività indifferibile che deroghi ai divieti di circo­lazione.

Sappiamo che il futuro dell’at­tività dell’intero settore sarà calendarizzato dai prossimi interventi normativi statali, ma riteniamo necessario che la Regione avvìi una interlocuzione con i gestori dei lidi balneari e provare ad im­maginare soluzioni che consentano agli operatori del settore di garantire il di­stanziamento, la sanificazione degli am­bienti e dei lettini, il contingentamento delle presenze negli stabilimenti o nelle attività accessorie come bar e ristoranti. Non si può aspettare ancora».