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CAMPEGGI, CON LA “FASE 2” VERSO LA RIAPERTURA – “ASSOCAMPING”: È IL MOMENTO DI FAR COMPRENDERE IL POTENZIALE DELLA RICETTIVITÀ ALL’ARIA APERTA

Come uno tsunami, il lockdown legato al Coronavirus ha fatto da subito sentire i suoi effetti nel comparto economico legato ai viaggi e alle vacanze: secondo Confesercenti nel commercio e nel turismo un’impresa su tre teme di chiudere definitivamente. L’avvicinarsi della Fase 2 – domenica prossima il Governo ne comunicherà i dettagli – è atteso e ad un tempo denso di interrogativi anche per il comparto delle strutture ricettive all’aria aperta, che dopo il mancato inizio stagione in corrispondenza del periodo di Pasqua e del ponte di inizio maggio dovranno fronteggiare un altro lungo periodo di inattività prima dell’effettiva riapertura, e fare i conti con una previsione di incasso che, nella migliore delle ipotesi, sarà inferiore del 50% rispetto allo scorso anno.
Eppure il comparto presenta dei punti di forza rispetto ad altre forme ricettive.
«In un momento critico come questo campeggi e villaggi turistici hanno un potenziale enorme per la loro naturale capacità di offrire l’ambientazione adatta a un soggiorno sicuro» afferma Monica Saielli, presidente di Assocamping Confesercenti. «Il loro valore aggiunto è rappresentato, oggi più che mai, dagli ampi spazi che li rendono paragonabili a grandi parchi, in cui l’incidenza dei volumi chiusi è minima rispetto alla superficie della struttura e dove il metro interpersonale può essere ampiamente rispettato. Ciascun equipaggio gode non solo di uno spazio riservato – la piazzola, un’area verde e alberata che può avere una superficie che va dai 65 mq ai 120 mq, sulla quale è installato l’allestimento mobile di proprietà del cliente (camper, roulotte o tenda) o predisposto dal gestore (casa mobile o bungalow) – ma anche di spazi comuni così ampi per cui è possibile ritenere che ciascun ospite possa disporre mediamente di 30 mq e ciascuna famiglia o gruppo, formato da 4 persone, di ben 120 mq. Pulizia ed igiene sono, da sempre, il fiore all’occhiello delle nostre strutture: implementeremo i turni di pulizia, disinfezione e sanificazione degli ambienti e locali comuni adottando tutti gli accorgimenti gestionali, organizzativi e strutturali necessari a rendere sicuro l’ambiente di lavoro dei nostri collaboratori e la permanenza ed il soggiorno dei nostri ospiti. Offriremo, anche in questo contesto emergenziale, una vacanza all’aria aperta sicura».
Mentre si evidenzia la necessità di individuare, con l’ausilio del Ministero della Salute o gli Assessorati Regionali, i tempi di apertura e i protocolli da adottare in vista della stagione estiva, i parametri di riferimento già esistono. Sono quelli pubblicati lo scorso 31 marzo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con la collaborazione dell’UNWTO, l’agenzia ONU dedicata al turismo, nell’ambito di un documento contenente le linee guida per il settore ricettivo in emergenza da Coronavirus, con indicazioni pertinenti a vari aspetti della gestione tra cui accoglienza, pulizia e sanificazione, servizio colazione, gestione del personale, prevenzione dei rischi.

«Ma per il riavvio servono tutte quelle misure economiche e finanziarie, avanzate al Governo, a sostegno delle imprese del settore che ancora non abbiamo visto: istituzione di un fondo di emergenza per il turismo, credito d’imposta sui canoni di locazione riconosciuto anche ai gestori di strutture ricettive, moratoria di ogni forma di finanziamento a 18 mesi, esenzione di tari e imu, sgravi contributivi per nuove assunzioni. Lo stesso decreto liquidità non tiene conto delle esigenze del settore: campeggi e villaggi turistici sono strutture complesse, con costi fissi elevati, che hanno investito ingenti risorse, in un’ottica di riqualificazione e di innalzamento del livello qualificativo del servizio. Burocrazia e nuovo indebitamento per far fronte alle spese correnti non è possibile. Serve liquidità, da restituire in tempi dilatati e a tasso zero. Abbiamo bisogno di fiducia per poter superare questa emergenza che non è solo sanitaria, ma economica: l’esecutivo ascolti la nostra voce».

(fonte:plenair.it)