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2 Maggio/ IL CAVALLO DEI SIOUX

Regala un cavallo a chi ti assicura che dirà sempre la verità. Ne avrà biso­gno per fuggire quando scoprirai che ha sempre mentito.

PROVERBIO SIOUX

A fine anno ricevo sempre una ventina di agende e agendine di ogni genere e qualità (e non tutte di facile uso). Alcune recano in ca­po o in calce a ogni giorno una citazione. Sfogliando quelle frasi – ahimè spesso banali – mi è capitato sotto gli occhi questo detto che viene attribuito agli indiani Sioux d’America, quelli che hanno po­polato i western della nostra adolescenza.

L’asprezza della conside­razione la rende autentica: la sapienza popolare, infatti, non indulge all’encomio e al vezzeggiativo, ma spesso punta sui vizi per sbeffeg­giarli. E bisogna riconoscere che quasi sempre tocca nel segno. Chi non ha sperimentato la delusione di essere stato ingannato da un amico che ti aveva promesso fedeltà e verità?

Ma al tempo stesso anche noi talvolta abbiamo promesso sincerità e schiettezza e poi ci siamo impegolati in doppiezze e falsità. Osten­tare lealtà e verità è, purtroppo, un esercizio che deve mettere in so­spetto il destinatario.

È quella malattia dell’anima che Gesù bollava senza attenuanti, cioè l’ipocrisia, un atteggiamento «diabolico», se è vero che Satana è «il padre della menzogna».

E la menzogna è pro­prio chiamare bene il male e male il bene, come ammonisce Isaia (5,20). Quando, poi, si entra in questo regime dell’inganno sistemati­co, è difficile strapparne la rete. Goldoni, nella sua commedia intito­lata appunto II bugiardo, osservava giustamente: «Le bugie sono per natura così feconde, che una ne suole partorire cento». E alla fine, l’unico rimedio rimane proprio il cavallo dei Sioux!

Gianfranco Ravasi