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Confesercenti: “E’ caos, manca un piano ad hoc per il turismo”. La ripartenza del 18 maggio inizia con gravi incertezze su quando e come aprire.

 Manca un piano ad hoc per il turismo, ma comples­sivamente le risorse annunci­ate per il DL Rilancio sembre­rebbero ingenti, pur se ridotte rispetto a quanto mobilitato da altri Paesi: adesso sarà fondamentale che arrivino rapida­mente e senza incertezze alle imprese.

Sciogliendo, una vol­ta per tutte, anche i dubbi sul­la ripartenza: a quattro gior­ni dalla data prevista, man­ca ancora un provvedimento che chiarisca esattamente qua­li imprese possono riaprire e a quali condizioni. Così Con­fesercenti Foggia.

Il Dl Rilancio introduce di­versi strumenti per l’economia, alcuni positivi – come gli inden­nizzi a fondo perduto e lo stop agli aumenti IVA – ed altri da rivedere. A partire dal capitolo turismo, un settore per cui ser­vono misure mirate e visione strategica: difficilmente il bo­nus di 500 euro salverà la sta­gione.

Bisogna anche assicu­rarsi dell’efficacia operativa dei provvedimenti: sono mol­tissime le imprese, soprattut­to di minori dimensioni, che attendono ancora di acced­ere ai benefici previsti dai de­creti precedenti. Le inefficien­ze hanno riguardato non solo l’erogazione effettiva dei bo­nus, ma anche cassa integrazi­one e credito: i finanziamen­ti fino a 25mila euro, garanti­ti da Mediocredito e riserva­ti alle imprese minori, ad ar­tigiani e professionisti, hanno al momento mobilitato solo 2,8 miliardi di credito. Un risultato sotto le aspettative, soprattut­to se si considera che è appena il 15% degli oltre 18,5 miliardi erogati alle imprese più grandi.

I ritardi registrati, riconos­ciuti dallo stesso governo, han­no aumentato anche le incer­tezze degli operatori della provincia di Foggia. Un clima di sfiducia cui ha con­tribuito anche la mancanza di

chiarezza sulla ripartenza: a parte le linee guida – il cui va­lore è però tecnico – e le molte dichiarazioni politiche, non c’è ancora nulla di definito sull’av­vio della Fase 2. Nemmeno la data del 18 maggio, che è in re­altà la scadenza del preceden­te DPCM. Esaurito il periodo, di validità di questo – a mez­zanotte del 17 maggio – teorica­mente potrebbero riaprire tut­ti. Occorre dunque un nuovo provvedimento per permettere alle imprese di programmare l’attività.

È intollerabile che ad oggi bar, ristoranti, stabilimenti balneari, mercati, alberghi, al camere, campeggi, guide turistiche e negozi, dal Gargano ai Monti Dauni passando per le Isole Tremiti e il Tavoliere sappiano ancora se potranno lavorare.

Né per quanto la ripartenza graduale e le nuove limitazioni aumenteranno i costi di gestione delle imprese riducendone la produttività. E riaprire potrebbe essere problematico quanto star chiusi, fra linee guida INAIL, protocolli regionali, crediti che rimangono impossibili, fondo perduto col contagocce, consumi in caduta libera e casse integrazioni che tardano ad essere pagate.

Occorre avere tutti la consapevolezza che dal 18 non ci il ritorno alla normalità senza un sostegno rapido ed efficace per le imprese. Il rischio è che lunedì moltissimi rimarranno comunque chiusi, rimandando di fatto, ancora una volta, la ripartenza del Paese.