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Il Turismo prova a rimettersi in moto. “Necessarie le presenze dall’estero”

Il turismo pugliese è ancora fermo. L’incertezza sugli spostamenti dall’estero e tra regioni condanna il settore a una fase di stallo. A ravvi­sarlo sono le associazioni di catego­ria, che rimangono costantemente in contatto con gli addetti ai lavori per raccogliere dati e umori. «Siamo in un limbo», afferma Francesco Caizzi, presidente regionale di Federalberghi, che per il 2020 stima 10 milioni di presenze in meno rispetto al 2018 e una perdita di 300 milioni di fatturato nel settore ricettivo.

«Oggi, gran parte delle strutture alberghiere sono chiuse per man­canza di clienti, mentre quelle aper­te lavorano con i clienti business, cioè chi arriva per lavoro – prosegue Caizzi – Nel settore alberghiero, non ci sono prenotazioni ma richieste di informazioni.

Tutti quanti stanno aspettando l’evolversi della situazio­ne sanitaria». In generale, però, Ma­rina Lalli, presidente nazionale desi­gnata di Federturismo, ravvisa una timida ripresa: «Le prenotazioni per l’estate iniziano ad arrivare, soprat­tutto nelle strutture che il cliente già conosce, ma siamo ben lontani da quello a cui eravamo abituati.

La previsione è abbastanza drammati­ca, perché le prenotazioni raccolte tra gennaio e febbraio lasciavano presagire una stagione fantastica, e invece c’è stata questa battuta d’ar­resto». Che ha costretto gli operato­ri a rivedere i propri piani e a fare i conti con i cambiamenti che investono il settore di giorno in giorno.

Tra questi, c’è la mancanza, alme­no per ora, di turisti stranieri. Ma guai a rassegnarsi a un turismo inter­no: «Un mercato del genere non può esistere. Abbiamo goduto sino a ora di una crescita a doppia cifra del mercato internazionale», fa notare Caizzi. Tra le aree della Puglia che ri­sentiranno maggiormente della cri­si, ci saranno infatti quelle che bene­ficiano dei voli low cost, secondo il presidente regionale di Federalberghi.

«Vogliamo date certe sulla ripre­sa dei voli nazionali e internaziona­li», è la richiesta di Massimo Salomo­ne, coordinatore del gruppo tecnico Turismo di Confindustria Puglia, che fa notare come qualcosa negli ul­timi giorni si stia muovendo. «Ho vi­sto che a Bari è attivo il volo da Sofia. Dobbiamo capire anche quando si ri­prenderà all’aeroporto di Brindisi e con quali voli.

Dal 3 giugno riparti­ranno i traghetti dall’Albania, e spe­ro che lo facciano presto anche quel­ li per la Grecia. Ma molto dipende dal Governo nazionale, che deve stringere accordi tra Stati». E pesa anche l’incertezza sull’apertura dei confini tra le regioni, che favorireb­be gli arrivi dal Nord Italia.

A cambiare non è soltanto la pro­venienza dei clienti. Ma anche le strutture nelle quali preferiscono soggiornale. «Gli alberghi sono più penalizzati in questo scenario. La ca­sa indipendente è probabilmente più rassicurante per chi prenota, mentre l’albergo costringe ad avere qualche regola e qualche controllo in più», spiega Francesco De Carlo, presidente regionale di Assohotel e Assoturismo.

«Si riscontra una ri­chiesta di seconde case con piscina, che va bene in Puglia e c’è in tutta Italia – racconta Caizzi – ma è per una fascia medio alta, non tutti pos­sono permetterselo. Le vacanze so­no per tutti».

Ma a essere danneggiato dal lockdown non è soltanto il comparto al­berghiero. Si va dai trasporti a tour operator e agenzie ’di viaggi, dai termalisti ai lidi, dalle fiere di settore agli eventi. «Stiamo dialogando con la Regione per consentire agli orga­nizzatori di eventi del Mice (meetings, incentives, congressi ed even­ti) di poter ripartire rispettando le prescrizioni sottolinea Massimo Salomone perché gli eventi in presenza portano le persone a visitare la regione e poi a ritornarci con le loro fa­miglie.

E una componente importan­te della filiera del turismo». In quest’ultima spesso non si includono i lavoratori impegnati nella manuten­zione ordinaria e straordinaria delle strutture, come elettricisti, fabbri, lavoratori edili, giardinieri. Il soste­gno della Regione Puglia per l’intero comparto è stato comunque apprez­zato dalle associazioni di categoria: «La Regione ha provato ad avere un atteggiamento virtuoso e a venire in­contro agli operatori – conclude Ma­rina Lalli – ma deve fare i conti con quello che decide il Governo».

Gennaro Totorizzo

repubblicabari