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Vieste/ Il Comune denuncia il giovane che ha denunciato la traslazione non concordata della salma dello zio.

Con una delibera di giunta del 9 giu­gno scorso, il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, ha conferito mandato all’avvocato Michele Fusillo di difendere la reputazione dell’ente comu­nale dalle esternazioni rese da Bartolo­meo Santoro sia a mezzo Facebook che a mezzo stampa (sulle colonne de l’attacco). Santoro raccontava la vicenda occorsa alla sua famiglia a seguito della scoperta della traslazione, senza permesso della famiglia, della salma dello zio defunto, Filippo Gotugno.

In quell’occasione il nipote dell’estinto narrava su questa testata con dovizia di particolari la situazione.

La famiglia ha sporto formale denuncia, affidando l’incarico di difesa all’avvocato e consigliera comunale M5S Mariatere­sa Bevilacqua, che siede all’opposizio­ne.

“Nei giorni scorsi, il nostro concittadino è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari e questi ultimi si sono ritrovati ad affron­tare anche le dinamiche burocratiche conseguenti alla dipartita, per poter pro­

cedere alla tumulazione dell’amato estinto nel cimitero cittadino ove si recavano per ispezionare il sepolcro di famiglia ottenuto con una regolare concessione dal Comune di Vieste”, ha affermato il sindaco durante la seduta di giunta.

“L’ispezione, tuttavia, evidenziava che la tomba di famiglia era stata adibita a sepol­cro da altri e che nel sepolcro appariva ripo­sto altro feretro, deceduto anni prima, che nessun collegamento aveva con la famiglia titolare della concessione amministrativa. Perla descritta anomalia riscontrata è stato avviato apposito procedimento amministra­tivo volto a far luce sulla vicenda”.

Ora la giunta Nobiletti intende difendere l’onore dell’ente comunale dalle dichiara­zioni di Santoro tanto a mezzo social che a mezzo stampa.

I contenuti espressi sono stati ritenuti “den­si di giudizi irriguardosi e ingiuriosi oltre che riportanti fatti e circostanze falsi, che arre­cano grave pregiudizio all’immagine del­l’ente e dei suoi amministratori, pubblica­mente e gratuitamente lesi e derisi”.

Claudia Ferrante

l’attacco