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Peschici/ La strada fantasma di Manaccora Costiera, inglobata nel villaggio turistico di D’Amato. Vittoria al Tar contro il Comune.

Il palazzo di città aveva ordinato il ripristino e il riutilizzo pubblico, ma l’impresa è riuscita a spuntarla (finora) davanti al giudice amministrativo.

 

Il caso della strada “fantasma”. E’ incentrato su una strada rurale costiera, che Palazzo di città intende ripristinare, la diatriba tra il Co­mune di Peschici e la Baia di Manaccora srl di Domenico D’Amato, tra i nomi più noti del­l’imprenditoria turistica locale.

Il 3 dicembre 2019 il responsabile del II Setto­re del Comune, l’architetto Massimo d’Adduzio, ingiunse all’impresa di ripristinare e reinte­grare al pubblico uso la strada comunale de­nominata “Manaccora Costiera”, individuata al n. 45 della planimetria “Corografia delle strade comunali esterne al centro abitato di Peschici”, entro 90 giorni dalla notifica del provvedimen­to. Alla srl fu comunicato che, in caso di inot­temperanza o ritardo nell’esecuzione, il Co­mune avrebbe proceduto in via sostitutiva e in danno dell’inadempiente.

L’ordinanza di ingiunzione per il riutilizzo della strada comunale riportava i particolari dello scontro iniziato già nel 2018. “Son pervenute presso questo Comune segnalazioni in ordine ad alcune presunte irregolarità poste all’inter­no del Villaggio Baia di Manaccora”, affermò d’Adduzio spiegando di aver svolto un sopral­luogo a settembre 2018 per verificare tali se­gnalazioni. Il sopralluogo si era concluso con l’accertamento che “la strada rurale Manacco­ra Costiera è effettivamente inglobata all’inter­no del Villaggio, anche se, in considerazione della avvenuta antropizzazione e urbanizza­zione del villaggio turistico, non è material­mente visibile”.

Il Comune avviò poi il procedimento di ripristino/utilizzo, ma D’Amato, tramite lo studio legale dell’amministrativista ed ex barone Unifg En­rico Follieri, lo ha subito invitato a archiviare la pratica, richiesta respinta da d’Adduzio per il quale non era comunque stato rilasciato alcun atto autorizzativo in favore della srl. Adesso D’Amato ha avuto ragione in sede giudiziaria, almeno in primo grado.

Il 10 giugno il TAR Puglia, a seguito della ca­mera di consiglio del 25 maggio, ne ha accolto il ricorso con cui era stato chiesto l’annullamento dell’ordinanza comunale. Dunque è sta­to annullato dal giudice amministrativo il prov­vedimento demolitorio del Comune, difeso dal­l’avvocato Raffaele Sciscio (il quale è anche assessore a Vico del Gargano).

Ad aprile d’Adduzio, a seguito del riesame di­sposto con ordinanza del TAR, aveva confer­mato che la “strada Manaccora Costiera attra­versa il Villaggio Baia di Manaccora”.

La srl ha fatto presente in giudizio di essere pro­prietaria dell’omonimo villaggio turistico e ha contestato il fatto che la strada in questione sia mai esistita materialmente, producendo al ri­guardo delle fotografie dalle quali essa non emergerebbe.

Per D’Amato non avrebbero rilevanza l’elenco dattiloscritto delle strade comunali esterne all’abitato e l’annessa planimetria alla quale il Comune ha fatto riferimento per poter affer­mare l’esistenza della strada comunale Ma­naccora Costiera, facendo notare, in particola­re, che mancherebbe una delibera di approva­zione e classificazione delle strade comunali, invece necessaria in base alla legge regionale n. 38 del 1977.9.2.

Contestando la sussisten­za stessa della strada, fatto che costituisce il presupposto per l’esplicazione del potere re­pressivo posto in essere dall’amministrazione comunale nell’adozione dell’ordinanza demo­litoria, l’impresa ha dunque stigmatizzato l’ille­gittimità di tale provvedimento. Il Comune di Peschici ha evidenziato che la strada sarebbe identificata in catasto come “relitto stradale”, ri­badendone la preesistenza della strada e il ca­rattere di illecito permanente della sua occu­pazione senza alcun titolo.

Ma le particelle in­dividuate come “relitti stradali” appaiono riferir­si ad area diversa da quella interessata dalla presunta strada comunale in questione. Secondo d’Adduzio “la strada si troverebbe in una zona prossima all’arenile all’Interno del vil­laggio turistico e non sarebbe, tuttavia, possi­bile individuare il suo tragitto in forma catasta­le, in considerazione dell’elevata scala cata­stale della corografia recante le strade comu­nali esterne al centro abitato”. Da qui, a dire del Comune, la non necessità di un nuovo proce­dimento riferito a tale strada.

 

Lucia Piemontese

L’attacco