Monte S. Angelo/ Anche il Parco del Gargano rientra nel sentiero nazionale. Il CAI Foggia smentisce le voci sulla esclusione dell’area protetta. Forcella: “Ma l’ente faccia la sua parte”
In questi giorni, si parla a più ripresa della presunta esclusione del Parco nazionale del Gargano dal percorso nazionale previsto dal Sentiero dei parchi. Il Cai Foggia prova a fare chiarezza «su un’esclusione che non c’è, su un’interpretazione errata e non informata di questa ennesima importante iniziativa per la valorizzazione delle Terre Alte e della natura del nostro Paese».
Nel maggio 2020 tra il ministero dell’Ambiente e il Cai è stato firmato un
Protocollo d’intesa che prevede una intensa collaborazione per promuovere l’educazione e le tematiche ambientali. In particolare, l’accordo intende diffondere la cultura dell’ambiente, della biodiversità e dello sviluppo sostenibile e valorizzare i sentieri nelle aree protette, favorendo la frequentazione consapevole delle Terre Altee la realizzazione di un percorso ecosostenibile che prenderà il nome di “Sentiero dei parchi”.
«Un itinerario escursionistico – ha spiegato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, durante la sottoscrizione – che toccherà tutti i 26 Parchi nazionali del nostro Paese e che avrà come spina dorsale l’attuale Sentiero Italia Cai. I Parchi nazionali sono uno scrigno della natura: bisogna garantirne la conservazione, ma anche la fruibilità. L’attenzione riservata con la legge di bilancio – con ben 35 milioni di euro nel periodo 2020 -2033- per la manutenzione e il potenziamento delle reti sentieristiche nelle aree protette,insieme a questo accordo con il Cai, sono segnali importanti di quanto ci stia a cuore il nostro inestimabile patrimonio di biodiversità e la sua valorizzazione in termini di turismo sostenibile, soprattutto in questo periodo di ripresa post-Covid nel quale tutti sentiamo il bisogno di stare più all’aria aperta». L’attuale Sentiero Italia Cai, lungo oltre 7mila km, collega tutte le regioni italiane lungo la dorsale appenninica e l’arco alpino, in Puglia da San Marco la Catola, a Candela, passando per Melfi per la Murgia fino ad arrivare a Grottaglie.
Un itinerario che abbraccia tutto il Paese e che, attualmente, attraversa già l6 dei 26 Parchi nazionali e conta 85 tappe, su un totale di circa 400, comprese interamente o parzialmente all’interno dei loro confini.
Grazie all’accordo con il ministero è prevista la realizzazione di specifiche varianti, così da comprendere tutte le aree protette, in un percorso di visita eco-sostenibile che unisca parchi, riserve della biosfera, siti naturalistici Unesco e patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Obiettivo del progetto è rilanciare le aree protette come luoghi di conservazione e di gestione della natura, che consentano ai residenti la possibilità di realizzare filiere economiche sostenibili.
«Questo protocollo tra Cai e ministero dell’Ambiente – dichiara la presidente della Sezione di Foggia del Club Alpino Italiano, Caterina Forcella-, permetterà di unire tutti i parchi italiani in un unico sentiero. Muovendo dal Sentiero Italia Cai, che già abbraccia tutte le regioni italiane, saranno raccordati tutti i 26 parchi nazionali».
La rete sentieristica dei parchi nazionali valorizza il patrimonio naturalistico e culturale delle aree protette e promuove la tutela e il presidio dei territori. Sarà possibile finanziare interventi di manutenzione e potenziamento delle reti sentieristiche nelle aree protette nazionali, così da rafforzare, attraverso la loro valorizzazione, l’identità e la cultura dei luoghi e sostenere l’economia locale e il turismo sostenibile.
«Questo – continua la presidente Forcella – non ci esime dal sottolineare il ritardo estremo e la noncuranza dimostrata in questi anni dal Parco nazionale del Gargano che non ha una rete sentieristica. Non offre al camminatore una mappa dei percorsi possibili, semplicemente perché i percorsi non ci sono e lì dove vengono fatti interventi in questo senso, sono privi di un piano complessivo; operazioni episodiche, quasi sempre legate ad interessi locali e comunali. Inoltre, non ne viene curata la manutenzione e non c’è legame tra natura, arte e cultura del territorio».
L’augurio è che «le associazioni ambientaliste come il Cai, vengano tenute in dovuta considerazione dall’Ente Parco in quanto rappresentano un prezioso bacino di risorse umane e professionali che potrebbero moltiplicare la forza e il risultato degli interventi sul meraviglioso territorio garganico». La parola ora passa alle azioni.