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Regione/ Nuovi finanziamenti per gli ospedali. Inviato a Roma il piano post-covid. Raddoppiano i posti letto dedicati alla terapia intensiva. Da lunedì 29 giugno via al nuovo Reddito di dignità, sale l’assegno

La Regione prova a fare tesoro dell’esperienza maturata durante l’emergenza sanitaria per la pandemia da Covid-19 e chiede al Governo di poter aumentare i posti letto di terapia intensiva e semintensiva (distribuiti sulla base della popolazione) con un investimento complessivo di quasi 100 milioni di euro.

L’obiettivo della Regione, che venerdì ha inviato al ministero della Salute, come previsto nel decreto Rilancio, la proposta di piano per il potenziamento della rete ospedaliera, è quello di intervenire anche sugli ospedali no-Covid, in modo da «consentire la continuità assistenziale, soprattutto chirurgica, anche nell’ipotesi della recrudescenza della pandemia».

Insomma: se torna l’emergenza tutte le strutture sanitarie dovranno continuare ad operare.Veniamo alle carte inviate a Roma: l’idea è quella di attivare 278 posti letto di terapia intensiva in più rispetto alla dotazione precedente all’emergenza: 55 negli ospedali della Asl Taranto, 41 al Policlinico di Bari, 42 nella Asl Lecce, 39 negli ospedali della Asl Brindisi, 36 nella Bat, 29 al Policlinico di Foggia, 19 nell’Asl Bari, 8 nel Foggiano, 5 all’Irccs di Bari «Giovanni Paolo II» e 4 a quello di Castellana Grotte, «De Bellis». I posti letto erano 304, ora diventano 582.

Quasi un raddoppio. Sono 283, invece, i posti di terapia semi-intensiva, ricavati dalla riconversione (quando necessario) di posti letto ordinari esistenti. La parte del leone la fa il Policlinico di Bari, con 99 posti.

Seguono i Riuniti di Foggia con 33 posti di semi-intensiva, la Asl di Lecce (56) e Taranto (40), la Asl di Brindisi (28), la Bat (27). In attesa del parere ministeriale, il presidente Emiliano e il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, illustreranno il piano alla commissione sanità del Consiglio regionale, agli ordini professionali, ai sindacati di categoria e agli operatori interessati.

Poi si passerà alla giunta e alle altre commissioni consiliari. «Con il riordino – sottolinea Emiliano – si è determinato un incremento dei posti letto e non è intervenuta alcuna riduzione.

Ho da sempre sostenuto la necessità del superamento degli stretti limiti imposti dal decreto ministeriale 70 del 2015, soprattutto con riferimento ai posti letto con una elevata intensità di cura». Da Montanaro arriva la lieta novella che «la Regione è decisamente sulla strada giusta per l’uscita definitiva dal piano di rientro: sta centrando gli obiettivi dei livelli essenziali di assistenza riportandosi nelle posizioni delle regioni più virtuose».

La Puglia, spiega il dirigente, ha affrontato l’emergenza Covid «senza pesare troppo sul sistema, che però va attrezzato per reggere ad altri urti che dovessero arrivare: vogliamo essere pronti e curare tutti i cittadini pugliesi che ne avessero bisogno». Novità anche nel welfare. Parte il nuovo ReD, reddito di dignità che risponde alle fragilità economiche e sociali sopravvenute e acuite con l’emergenza sanitaria.

Il contributo sale a 500 euro per tutti i beneficiari. Da lunedì 29 giugno, dalle 14, sarà possibile per tutti i cittadini presentare la domanda registrandosi al portale regionale (www.sistema.puglia.it/red2020) oppure recandosi ai Caf e ai patronati convenzionati, muniti dell’Isee aggiornato. Nei fatti la Regione amplia la platea dei beneficiari e annuncia una versione più semplificata del ReD. La soglia Isee richiesta quest’anno è di 9.360 euro per ciascun nucleo familiare, analoga a quella del reddito di cittadinanza, in modo da essere complementare. Ma garantendo coloro che sono esclusi dalla misura nazionale, come i nuclei familiari più numerosi.

«Fra le novità di questo avviso – spiega Titti De Simone, consigliera del presidente – c’è il potenziamento dei tirocini di inclusione, grazie al ruolo del terzo settore. Abbiamo integrato i progetti a disposizione dei beneficiari anche con la possibilità di nuovi percorsi di formazione a distanza, in modalità on line, e progetti a supporto delle comunità locali anche in virtù dell’emergenza sanitaria e sociale».