NOTIZIE UTILI/ Da luglio per i contanti tetto da 2mila euro. In caso di code in autostrada derivanti da lavori si ha diritto ad uno sconto sulla tariffa.
Dal primo luglio in Italia sarà vietato pagare in contanti per spese superiori ai 1999,99 euro. Per spese superiori a 2mila euro si dovranno utilizzare sistemi di pagamento tracciabili: bonifico bancario, assegno o carta di credito. Sarà così per 18 mesi, poi il limite scenderà a 999,99 euro, rendendo proibito il pagamento in contanti da mille euro in su. Da giovedì 1° luglio, a commercianti, artigiani e professionisti spetterà un credito d’imposta nella misura del 30% delle commissioni applicate dai prestatori di servizi di pagamento elettronici tracciabili. L’accesso all’incentivo fiscale è riservato ai soli operatori con ricavi o compensi, nell’anno d’imposta precedente, per un ammontare non superiore a 400mila euro. Per ottenere il credito dovrà essere inviata comunicazione all’Agenzia delle Entrate. La mancata accettazione del pagamento elettronico da parte di commerciati e artigiani porterà ad una multa di 30 euro con 1’aggiunta del 4 % del valore della transazione.
Dal 30 giugno i dipendenti pubblici in pensione con quota 100 potranno richiedere l’anticipo massimo di 45.000 euro del TFR presentando domanda nelle banche autorizzate. Nel termine di tre mesi dalla maturazione del diritto al pagamento della prima rata o dell’importo erogato in un’unica soluzione, l’Ente che eroga l’anticipo (Inps o altro ente responsabile) provvede a rimborsare la banca l’importo dell’anticipo. Il richiedente, una volta in possesso della certificazione del diritto all’anticipo del TFS/TFR, deve presentare la domanda alla banca corredata dai seguenti documenti: certificazione del diritto all’anticipo TFS/TFR rilasciata dall’ente erogatore; proposta di contratto di anticipo TFS/TFR sottoscritta dal richiedente; dichiarazione sullo stato di famiglia e, in caso di separazione o divorzio, l’indicazione dell’importo dell’assegno previsto per l’ex coniuge se dovuto.
In caso di lunghe code in autostrada derivanti da lavori in corso si ha diritto ad uno sconto sulla tariffa. Lo ha stabilito l’Antitrust che ha avviato una istruttoria nei confronti di Autostrade per l’Italia SpA per carenze informative e mancato adeguamento del pedaggio in alcuni tratti della rete. Sul fratto autostradale A/16 Napoli/Canosa, Autostrade ha mancato di adeguare il pedaggio a fronte della riduzione delle corsie di marcia nonché di specifiche limitazioni ad 80 km/h della velocità massima consentita, nei due sensi di marcia, per lunghi tratti del percorso, con conseguente rilevante aumento dei tempi di percorrenza. Per le altre tratte della rete autostradale gestite da ASPI, la società ha fornito modalità informative riguardanti le procedure di rimborso attivabili in caso di peggioramento del servizio per riduzioni delle corsie di marcia o per specifiche limitazioni alla viabilità.
Per la Cassazione, la quota per la depurazione dell’acqua deve essere rimborsata agli utenti se il depuratore è obsoleto e non funzionante. Secondo gli Ermellini la tariffa del servizio idrico integrato, in tutte le sue componenti equivale al corrispettivo di una prestazione commerciale complessa. Il gestore, quindi, come esercente del servizio, non può pretendere il pagamento anche degli oneri relativi al servizio di depurazione delle acque reflue domestiche, se non dimostra che rimpianto di depurazione sia funzionante nel periodo oggetto della fatturazione, e per cui si pretenda la riscossione.
Il divieto di inversione di marcia vale non solo per carreggiate, rampe e svincoli, ma anche per le aree attorno ai caselli autostradali ed è punibile con una sanzione amministrativa che va da 2.006 a 8.025 euro. Lo ha confermato la Cassazione secondo cui gli spazi per l’incolonnamento dei veicoli ai caselli fanno parte delle autostrade e come tali devono considerati per il Codice della Strada.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nella lotta al bagarinaggio online, ha sanzionato i tre principali siti di rivendita di biglietti di eventi e concerti Viagogo, Stubhub e Mywayticket per un totale di 5.580.000 euro, diffidando allo stesso tempo tali piattaforme dal porre in essere ulteriori comportamenti in violazione delle disposizioni di legge. L’Autorità ha verificato che le società vendevano biglietti per spettacoli e concerti ad un prezzo superiore al prezzo nominale. Tale pratica, in violazione della normativa, ha anche l’effetto di inflazionare i prezzi dei biglietti e di creare scarsità artificiale di titoli di accesso agli spettacoli a danno degli utenti e della comunità degli artisti, degli organizzatori di eventi e dei rivenditori autorizzati.. Tra gli eventi per i quali sono stati venduti biglietti a prezzi non consentiti vi sono i concerti di Vasco Rossi.