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Scuola/ Caos indicazioni per la ripresa. UIL: istituti pugliesi lasciati alla deriva.

«L’Ufficio scolastico regionale sta fa­cendo il possibile, anzi di più, ma è scon­certante che all’indomani di una confe­renza di servizio convocata dal Ministro, nessuna indicazione sia pervenuta ai sin­dacati rispetto alla ripartenza della scuola in presenza».

Dopo le proteste dei presidi contro l’insufficienza delle linee guida emanate dal ministro dell’Istruzione, a margine dell’incontro sulle procedure di avvio del prossimo anno scolastico tra il direttore generale dell’Usr, le organizzazioni sindacali e i provveditori agli studi delle province pugliesi, arrivano quelle dei sindacati. A farsene portavoce è Gio­vanni Verga, segretario della Uil scuola regionale, sostenendo che «i direttori stes­si, alla stregua dei dirigenti scolastici, so­no stati abbandonati dal ministero al loro destino, per tacere dei genitori di quegli alunni che frequentano in piccole aule da 28 studenti, le così dette classi pollaio, che brancolano ancora nel buio a poche set­timane dall’avvio dell’anno scolastico».

«Facciamo appello prosegue Verga – ai parlamentari pugliesi e ai sindaci in quan­to, allo stato attuale, la scuola non potrà ripartire senza l’istituzione d i un organico aggiuntivo del personale docente e Ata, di procedure snelle per l’assunzione dei pre­cari, di presidi sanitari presso ciascuna scuola, di utilizzazione di nuovi spazi da rendere disponibili a cura degli enti locali e precise indicazioni da fornire ai diri­genti scolastici e al personale».

Sicura­mente la didattica a distanza – spiega an­cora Verga – «non può essere sostitutiva di quella in presenza e ha mostrato tutti i propri limiti, creando notevoli difficoltà a chi la fa e a chi la riceve, destabilizzando la vita privata del personale scolastico e del­le famiglie.

Ormai siamo stufi: vanno date risposte urgenti e concrete alle famiglie e ai lavoratori, altrimenti tutto il lavoro fat­to per ridurre il tasso di dispersione sco­lastica andrà perduto». Intanto, nel corso della conferenza unificata tra Upi, Anci e Regioni, è emersa la richiesta al Ministro dell’Istruzione, al fine di rendere piena­mente operativo il Piano scuola 2020-2021, di introdurre modifiche al Decreto Rilan­cio tramite alcuni emendamenti. «La scuola non può essere chiamata in ballo solo per fini elettorali, ma deve diventare centrale nell’azione di governo, dopo ànni di costanti umiliazioni», conclude Verga A raccogliere l’appello è il parlamen­tare della Lega Rossano Sasso.

«Dopo la lotteria delle scuole che ricevono finan­ziamenti se ci si iscrive alla piattaforma Rousseau, pensavamo di averle viste tut­te. Invece no. Il ministro Azzolina annun­cia che dovrà portare fuori dalle aule 0 15% degli studenti. In altre parole – sot­tolinea – significa ammettere che, oltre alla testa, il governo ha perso anche defini­tivamente la partita sulla scuola. Con tutte le conseguenze, purtroppo, per studenti, famiglie, docenti e presidi. Ci manca solo la lotteria didattica con cui stabilire quali alunni potranno entrare nelle classi e qua­li no, dirottandoli chissà dove. Azzolina – dice il deputato del Carroccio, componen­te della commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera – sta frantumando il diritto allo studio, il diritto scolastico ed il diritto costituzionale oltre ogni imma­ginazione. Avrebbe fatto più bella figura se si fosse dimessa».