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Manfredonia/ Bonifica delle aree ex Enichem, esposto alla Procura di Foggia. Un dossier inviato pure a ministero dell’Ambiente, Regione e Comune.

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Che fine ha fatto la messa in sicurezza d’emergenza delle aree di uso agricolo di privati e di proprietà di soggetti pubblici che rientrano nell’Area Sud Est comprese nel Sito di Interesse Nazionale ex EniChem di Macchia?

E’ l’angosciante domanda che pone l’as­sociazione culturale e politica “Manfredonia Nuova” in una nota richiamando la de­liberazione n. 22 del 4 dicembre 2019 detta Commissione straordinaria del comune di Manfredonia nella quale al fianco della parte riguardante la bonifica e ripristino delle aree delle discariche urbane Pariti 1 e Pariti 2, si fa riferimento agli interventi sulle aree dell’ex stabilimento Enichem di Macchia.

L’Intervento proposto – sintetizza Man­fredonia Nuova – è costituito “da un sistema di emungimenti delle acque sotterranee con lo scopo di contenere la diffusione della contaminazione” da sostanze chimiche tra le più tossiche e cancerogene, tra cui cromo esavalente, arsenico, boro, benzene, triclorometano, riscontrate nelle aree in oggetto. In sostanza le acque di falda e i terreni agricoli dell’area sud – è evidenziato nella nota – sono interessati da un grave in­quinamento esteso fino a “ridotta distanza da aree residenziali e ridotta distanza dalla costa”.

Una situazione che ha provocato una serie di dubbi e perplessità tant’è che Man­fredonia Nuova, con un documento inviato a febbraio 2019 al ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, all’Arpa Puglia, alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Foggia, alla Provincia di Foggia, chiedeva chiarimenti in merito alle operazioni di bonifica finora effettua dalla Syndial nel sito SIN ex EniChem di Man­fredonia e di intervento di bonifica radicale sull’isola 5 non ancora interessata dalle operazioni di bonifica, che sarà oggetto di discussione nella prossima Conferenza di servizi». Chiarimenti che non sono arri­vati.

Rilevato come dopo circa due decenni di lavaggio delle acque di falda la contami­nazione prosegue a causa dei mancati in­terventi di bonifica, Manfredonia Nuova lancia una formale accusa di assenteismo ai nostri rappresentanti politici, che vanno decantando il loro impegno, ma non si sono

preoccupati di controllare lo stato delle bonifiche, per incalzare Syndial, ora Eni Rewind, e costringerla a realizzare quanto stabilito nella Conferenza dei servizi di giugno 2017.

Ma Manfredonia Nuova denuncia una nuova minaccia ambientale. Oggi l’Eni Rewind – rivela – si candida a realizzare, in una situazione ambientale ancora molto compromessa e da bonificare, per di più a circa 500 metri dall’abitato, una piattaforma di riciclaggio e trasformazione di rifiuti urbani e fanghi dei depuratori fognari». E qui si innesta l’atavica dicotomia tra Man­fredonia attigua all’area inquinata, e Monte Sant’Angelo nel cui agro rientra quell’area – Tutto questo sta avvenendo – afferma MN in un confronto tra l’Eni Rewind ed il Comune di Monte Sant’Angelo, senza alcun coinvolgimento del Comune di Manfredonia. Noi invece reclamiamo che il nostro Comune ed i politici, che dovrebbero rappresentarci, avviino al più presto un confronto su verifica dello stato della bonifica nel sito ex Enichem con la presenza di tecnici di nostra fiducia; concertazione tra comune di Manfredonia e comune di Mont Sant’Angelo su tutte le iniziative da insediare nella piana di Macchia; partecipazione effettiva dei cittadini a tutti i processi che riguardano gli interessi della popolazione.

Michele Apollonio

gazzettacapitanata


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