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5 Luglio/ LA NAVE CHE AFFONDA

L’Occidente è una nave che affonda, dove tutti ignorano la falla e lavorano assiduamente per rendere sempre più comoda la navigazione e dove non si vuol discutere che di problemi immediati… Ma la vera salute non soprag­giunge forse perché si è capaci di scoprire la vera malattia?

EMANUELE SEVERINO

A tutti è noto il filosofo Emanuele Severino: il suo sistema di pensie­ro è coerente, anche se può suscitare reazioni e perplessità. Ho voluto raccogliere una sua considerazione puntuta ma simile a una scossa sa­lutare e necessaria. Sono parole che egli scrisse nel 1969, in un articolo intitolato Sul significato della «morte di Dio»; esse, però, conservano in­tatto il loro valore, anzi si rivelano ancor più attuali. Suggestiva è l’im­magine di una sorta di Titanio speronato e squarciato che procede ver­so l’affondamento, mentre sul ponte si studia come migliorare la piscina o i servizi di bordo o il «comfort» delle camere.

Non ci si preoccupa più di tanto dei problemi veri della nostra esistenza, della società, della stessa Chiesa, e si cincischia su tante questioni marginali. Per guarire da una malattia – continua Severino – bisogna avere il coraggio di guardarla in faccia, nella sua gravità e non ricorrendo a rimedi illusori, a placebo o ad artificiose sicurezze. Si deve, quindi, ritornare alla serietà, all’autenticità, al rigore, spo­gliandosi della fatuità, della superficialità, della banalità. Non è un monito moralistico e pedante, ma è il necessario ritorno alla sostan­za dei problemi, ai valori e alle domande vere: solo così si scopre il sapore genuino della serenità.

Gianfranco Ravasi