Sono un migliaio le strutture alberghiere pugliesi di una certa dimensione che ha deciso di restare aperto. Di queste, meno del 30% accetta il bonus vacanze. Se poi si considera che il 70% degli alberghi aperti non supera la metà della propria capienza (le altre stanze sono chiuse), i numeri testimoniano un vero e proprio flop. La misura del bonus, per come è stata congegnata, non piace.
La sintesi è che in Puglia il bonus è accettato solo per circa il 12% delle stanze disponibili. Certo di più della media nazionale (4%) ma nettamente al di sotto delle aspettative. Anche quelle strutture che non rifiutano il bonus, il più delle volte chiedono che sia spesa dal turista una cifra elevata: il che ne scoraggia l’uso.
«Il bonus – spiega l’assessore regionale al turismo Loredana Capone – è uno strumento utile per agevolare le famiglie e incoraggiarle a prenotare una vacanza ma diventa penalizzante per le strutture ricettive. Le quali devono anticipare di tasca propria e si trovano a dover fare i conti con una liquidità limitata per i minori introiti dovuti all’emergenza». Al bonus vacanze per incrementare il mercato, si aggiunge una specifica misura pugliese: 40 milioni per sostenere le spese di funzionamento delle strutture alberghiere ed extra alberghiere (campeggi, tour operator e agenzie di viaggio).
Il bonus del governo, partito il 1° luglio, non sta funzionando, nonostante l’idea sia buona in teoria. Molto meno nella pratica, in quanto servirebbero procedure più agevoli, una platea di beneficiari più ampia e un’anticipazione ridotta da parte delle aziende, già in forte difficoltà per la carenza di liquidità. Gli esercenti non sanno ancora come convertirlo in denaro e a che condizioni.
Alcune banche hanno risposto ai gestori di bed & breakfast che non lo accetteranno. Non a caso neppure il 3% di questo tipo di strutture ricettive lo accetta. «Perché si tratta di un’ulteriore anticipazione che le strutture alberghiere ed extra alberghiere non possono permettersi, soprattutto quelle di dimensioni più piccole» sbotta Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia. Voleva essere uno strumento per aiutare la ripresa del turismo dopo il Covid 19, ma purtroppo non si sta rivelando tale. Giovedì la Capone presenterà le misure microprestito e turismo, che prevedono prestiti e fondo perduto, e un bonus occupazione: «C’è già adesione da parte delle imprese: sono, giunte agli uffici di Puglia Sviluppo 9.368 domande per il microprestito, per un importo di poco meno di 203 milioni di agevolazioni».
Con la fine delle restrizioni, c’è stato un lentissimo riavvio della stagione turistica in Puglia. La tendenza è quella di vacanzieri provenienti dalla Regione, al massimo da quelle contigue, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, tuttalpiù Marche e Lazio. «Ora cominciano a fioccare le prenotazioni – conclude l’assessore – ma continuiamo a lavorare con Aeroporti di Puglia, puntando sui voli low cost con un impegno economico importante da parte della Regione».
Frattanto già dalla prossima settimana partono, tutte all’aperto, le attività di Inpuglia365, che si svolgeranno nei borghi, nelle piazze e nelle masserie.
Emanuele Imperiali
corrieremezzogiorno