Da ieri “sono state riaperte al traffico le gallerie che attraversano il Gargano nel tratto che va da Macchia fino a Vieste. L’Anas – con buon senso – ha fatto marcia indietro dopo la valanga di proteste e differito i lavori di efficientamento energetico delle gallerie, dopo aver tuttavia consentito alle aziende interessate di mettere in sicurezza i cantieri.
Due giorni di disagi, ma la questione non è questa, perché di fronte a lavori indifferibili non si sarebbe potuto dire neanche un ma, anche nel pieno dell’estate. La questione è stata sollevata perché da una parte siamo di fronte a lavori che si possono fare anche in altri periodi dell’anno (e non a caso sono stati rinviati) e perché dall’altra non si è compreso il mancato utilizzo del periodo di tempo immediatamente dopo la fine del lockdown quando è stata autorizzata la riapertura dei cantieri.
La sensazione è che una decisione del genere, poi rientrata, è stata semplicemente assunta perché altrove si ritiene la provincia di Foggia – e in questo caso specifico il Gargano – una terra di nessuno, dove ognuno è libero di catapultare decisioni, indicazioni, determinazioni assunte in luoghi extra senza un coinvolgimento degli attori locali. Se non fosse stato così, l’Anas avrebbe certamente interpellato in anticipo la filiera istituzionale, politica sociale. Questo non è accaduto, anche se a posteriori la protesta ha fatto rientrare la decisione di chiudere le gallerie in pieno luglio.
Una debolezza del “sistema Capitanata” in fondo e che dovrebbe far riflettere una classe dirigente – a tutti i livelli – chiamata ad avere una visione più ambiziosa e strategica di questo territorio, spesso piegato sulla gestione dell’esistente, tra emergenze e slanci improvvisi. In- somma, la questione delle “gallerie” è la spia di un malessere che va attenzione, valutato, affrontato e, possibilmente, risolto.
Filippo Santigliano
gazzettacapitanata