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Vacanze poverissime la grande crisi degli Hotel a 4 e 5 stelle. Lusso, il mercato che la Montagna del Sole continua a perdere. Mentre in Valle d’Itria l’importante segmento ha fatto la fortuna del territorio, nel Gargano il turismo è di massa

Italia e Francia sono in Europa i due Paesi leader nel turismo luxury, eppure nel Gargano l’importante segmento di mer­cato legato alla clientela più danarosa non riesce a trovare ancora un’offerta completa e strutturata. Complice la chiusura nell’estate 2020 di alcune strutture ricettive a 4 e 5 stelle, non­ché i tremendi effetti della crisi post Covid, la Montagna del So­le mostra chiaramente i propri limiti rispetto alla Valle d’Itria, che da diversi anni riesce a calamitare vip e clienti altospendenti di tutto il mondo grazie alla capacità di offrire servizi adeguati. Mentre in terra garganica il turismo resta in netta prevalenza di massa, oltre che fortemente stagionale.

Il lusso è il settore che negli ultimi 30 anni ha registrato una cre­scita stabile e costante del 4% e che nel 2020, per la prima vol­ta, vedrà una battuta d’arresto tra il 25 e il 35%.

E’ il comparto nel quale l’Europa è il primo mercato, oltre che il primo produt­tore. Tra gennaio e aprile 2020, ha sottolineato Alessandra Priante, direttrice Europa dell’Unwto, “a livello globale gli arrivi turistici sono crollati del 44%: la stima è che a fine anno la per­dita di flussi turistici sia almeno del 58%”. E la partita che si sta giocando è già quella per il 2021 e 2022. “Ecco perché serve avere chiari flussi e target, non subirli come spesso accade, mantenendo un buon equilibrio tra pubblico e privato.

Quest’ul­timo, quindi il lusso e tutti i settori collegati, deve essere il traino e guidare l’offerta e la costruzione di prodotti per stimolare la do­manda”. La Penisola, secondo i dati, si colloca in testa alle scel­te dei turisti tra le destinazioni mondiali legate al lusso.

“Che l’in­teresse sia alto lo dimostrano le tante catene alberghiere inter­nazionali di alto e altissimo livello che stanno cercando o han­no appena aperto nel nostro Paese”, ha affermato Giorgio Palmucci, presidente di Enit. Anche la scelta della modalità di viag­gio rende bene l’idea di come si stia alzando la quota di mercato con maggiore disponibilità economica attratta dall’Italia. Nel 2019 sono aumentati i viaggiatori in business dall’estero del 12,7%, viaggiatori che hanno trascorso, insieme ai turisti italia­ni, oltre 11 milioni di notti in alberghi di lusso.

Prima del Covid si prevedeva che entro il 2025 i viaggi di lusso sarebbero cresciu­ti più velocemente rispetto a qualsiasi altro tipo di viaggio, con un incremento del 6,2%, più di un terzo rispetto al totale dei viag­gi che cresceranno del 4,8%. “È necessario continuare a mi­gliorare le infrastrutture, ma anche con investimenti nell’acco­glienza e nella sicurezza, per continuare ad essere competitivi in un mercato forte come quello del lusso”, concludeva Pal- mucci. Chance che, dopo il Covid, il Gargano non può perdere.

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Mattinata/ Baia delle Zagare col due storici hotel entrambi chiusi. Ma anche Villa Scapone è rimasto serrato

Alcuni anni fa l’Attacco scrisse del nascente “di­stretto del lusso” di Mattinata, grazie alla presen­za di numerose strutture a 4 e 5 stelle: dai due sto­rici hotel con vista sui faraglioni (il Baia delle Zagare e il Baia dei Faraglioni) all’hotel II Porto di Zanasi sulla colli­na, dalle due realtà della famiglia Colombini-Armillotta (La locanda del carrubo, nell’entroterra, e La casa e il mare, in località porto-Agnuli) al Villa Scapone a stra­piombo sul mare.

Oggi, però, il cliente alto-spendente, in cerca di una va­canza esclusiva, trova un’offerta assai più limitata a sua disposizione. E non c’entra affatto l’emergenza Covid. Tre delle strutture mattinatesi sono chiuse, per motivi di­versi tra loro. Nel paradiso di Baia delle Zagare l’estate 2020 è del tutto anomala : per la prima volta chi arriva tro­va i due alberghi più famosi con le porte sbarrate.

Funzionano i lidi in spiaggia e il parcheggio e i prezzi non sono certo modici: 15 euro per lasciare l’auto, 50 euro per un ombrellone e due lettini, costi superiore alla me­dia garganica anche per bere o mangiucchiare al bar. La stagione sta procedendo così, coi soli bagnanti della giornata, i proprietari delle ville e i loro ospiti (tra cui i co­mici foggiani Pio e Amedeo), i turisti che hanno affittato appartamenti.

Quanto ai due hotel affacciati sul mare, il Baia dei Fara­ glioni rappresentava negli scorsi anni l’unico 5 stelle lus­so del Gargano sud. Dopo la parentesi dell’Impresa mi­lanese Allegro Italia, che gestisce varie strutture nel Pae­se, era finito in mano alla mattinatese Compagnia del Mare (ovvero i gestori del ristorante Monsignore e dell’hotel II Porto).

Nel 2018 l’albergo fu chiuso per via delle due procedure competitive avviate dalla curatela fallimentare della so­cietà proprietaria dell’Immobile, la “Baia dei Faraglioni” (dichiarata fallita con sentenza del 2 marzo 2016 del Tri- bunale di Foggia). L’impresa era di proprietà della fami­glia Ursi di Stomara, titolare anche della Azzurra alber­ghi e turismo, srl mattinatese fallita il 9 novembre 2016. La curatela decise di procedere con due aste separate, una per la vendita dell’impresa e la seconda per la loca­zione dell’immobile.

Nel 2019 l’albergo – che è di proprietà di BPM- fu gesti­to dai soci Gianni Di Carlo (titolare del più grande auto­salone di Capitanata) e dall’avvocato Nello Caldarella, mentre quest’anno è chiuso, non essendo stato trovato un accordo con la banca.

Funzionano, invece, la spiaggia (gestita dall’impresa di Di Carlo e Caldarella) e il bar (gestito da Pietro Argen­tieri, socio di Compagnia del mare). Dall’altro lato della spiaggia dominata dalla vista dei due faraglioni c’è il Ba­ia delle Zagare della famiglia foggiana Pellegrini, anch’esso chiuso in attesa della ristrutturazione che lo svecchierà decisamente e gli consentirà di riaprire tra un anno.

Sia quest’albergo che il Baia dei Mergoli (struttu­ra degli Zammarano, data in locazione ai Pellegrini anni fa) sono rientrati nel super accordo stretto coi francesi del colosso Accor, il principale gruppo alberghiero euro­peo e uno dei 7 colossi mondiali del settore. Una delle tante catene controllate da Accorò MGallery Hotel Collection, in cui entreranno due alberghi Baia delle Zaga­re e Baia dei Mergoli Hotel-Residence in Puglia.

L’ope­razione è stata strutturata attraverso la sottoscrizione di un contratto di affitto di ramo d’azienda con Amapa, so­cietà italiana leader nel settore turistico ricettivo a livello nazionale, e la partecipazione ad un contratto di fran­chising per l’affiliazione commerciale al marchio MGal­lery (Gruppo Accor). In tal modo Accor accrescerà il suo portfolio in Italia con MGallery Gargano Baia delle Za­gare, a Mattinata.

L’apertura è prevista a maggio 2021 e il progetto vedrà la ristrutturazione del resort Baia delle Zagare dei Pellegrini. Il restyling della struttura sarà svol­to in tre fasi, al termine delle quali saranno disponibili in totale 119 camere e suite. A pochi tornanti di distanza dalla baia si incontra l’hotel- ristorante Villa Scapone, anch’esso chiuso quest’anno.

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Peschici/ Le soute LE DUNE, accoglienza a 5 stelle. Sacco: “Ecco cosa manca nel Gargano”

A Peschici per una vacanza a 5 stelle si può scegliere una delle nuovissime suite Le Dune del Gusmay Resort, i due blocchi creati dall’architetto Marcel­lo D’Olivo che offrono un’esperienza unica di privacy nella pineta secolare, con jacuzzi privata e linee mini­mali di grandissima eleganza ed impatto.

Le ultime dieci suite sono state inaugurate un anno fa, un investimento fatto pensando di poterne raccogliere i frutti nell’estate 2020. L’imprendi­tore Paolo Sacco, tra villag­gio Maritalia e Gusmay Re­sort, vanta una capacità ri­cettiva di 220 stanze nel pri­mo caso e 180 nel secondo. Tralasciando i funesti effetti dell’emergenza epidemiolo­gica, esiste un’offerta nel Gargano degna del segmen­to luxury?

Sacco è netto: “Il segmento del lusso nel Gargano l’ab­biamo avviato noi nel 2011 con le prime suite sul mare, dotate di mini piscine. Fino al 2013 le cose andarono be­nissimo, poi dal 2014 c’è stato un decremento sia perché parte della concorrenza si è adeguata all’innalzamento degli standard sia, soprattutto, perché è nato ed esploso il distretto del lusso di Va­lle d’Itria”.

Un territorio che ha acquisito un’eco mondiale grazie alla sua ospitalità di altissimo li­vello e alla clientela vip. De­stinazioni come Savelletri e Fasano sono diventate le mete di vacanze o le location nuziali di attori hollywoodiani ed elite.

“Un successo che si regge sugli aeroporti dì Bari e Brin­disi”, osserva Paolo Sacco a l’Attacco.

“La clientela del luxury è gente che vuole arrivare comodamente a destinazione e in poco tempo. Da noi, nel Gargano, il distretto del lusso non esiste per la mancanza dell’aeroporto ma anche per altri problemi, a co­minciare dai servizi basici nelle cittadine.

Peschici offre ben poco, Vieste offre qual­cosa di più ma comunque non sono paesi certo al livel­lo di quelli della Valle d’Itria”. Senza considerare che non esiste la possibilità dì uno shopping degno del turista benestante che vuole negozi come quelli dei Quadrilatero milanese della moda, il lusso è inteso come esclu­sività”, continua Sacco.

“Deve dare servizi super. Ma noi scontiamo anche il problema di trovare personale altamente qualificato. In questo risentiamo della stagionalità, è chiaro che così che così stando le cose i più qualificano preferiscono andare a lavo­rare in altri territori”.

L’effetto Covid è lampante anche a Peschici. “Al momento registriamo un calo del 60%, direi che in un mese dall’apertura- avvenuta il 20 giugno – abbiamo la­vorato come a maggio degli scorsi anni. Se ci aiuterà il mese dì settembre, quando per qualcuno potrebbe torna­re qualche straniero, forse riusciremo ad arrivare ad un decremento più contenuto, ma comunque pari al 50%.

La nostra clientela è tradizional­mente composta al 30% da stranieri, che quest’anno non si sono proprio visti. Ne ho avuto finora due o tre, tutto qua. Ora siamo arrivati al 20 luglio e non aumentano, sono completamente assenti.

Le suite sul mare vanno, il trend è in aumento rispetto alle ca­mere nell’hotel storico. Il cliente cerca intimità, lo spa­zio all’aperto che può offrirgli il giardino della suite. Un po’ ci stiamo riprendendo negli ultimi giorni, ma dì certo se avessi saputo cosa sarebbe avvenuto quest’anno nel 2019 non avrei fatto ulteriori investimenti. Resta adesso da vedere se nel 2021 ci sarà davvero una ripresa”.

 

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Vieste/ Cariglia (Pizzomunno): “Calo del 70%. Saltata la ristrutturazione prevista”

A Vieste da molti decenni il simbolo dell’ospitalità di alto livello è l’Hotel Pizzomunno, il 5 stelle che aveva scelto il 2020 per ammodernarsi.

Ma l’emergenza epidemiologica ha innescato conse­guenze pesantissime su tutto il comparto turistico del­la capitale pugliese delle vacanze, compreso il Pizzo­munno.

“Nella struttura principale abbiamo 170 camere, in quella piccola 35”, spiega a l’Attacco la direttrice Gina Cariglia.

“Abbiamo eliminato la moquette in quasi tutte, ma ave­vamo in programma di andare avanti con altri lavori. Era prevista la ristrutturazione dell’intero ristorante sulla spiaggia e anche del bar, ma per il Covid si è bloc­cato tutto. Ci siamo adeguati alla normativa anti-contagio ma non siamo riusciti a fare gli investimenti pre­visti per modernizzarci”.

Quando mancano una decina di giorni alla fine di luglio all’Hotel Pizzomunno la situazione è in linea con quel­la raccontata altrove sul Gargano.

“Questa stagione sta andando male”, confessa Cari­glia. “Subiamo un calo del 70%. La gente ha paura e mancano del tutto gli stranieri. Gli italiani che arrivano hanno sempre timore, sebbene qui da noi ci sia la mas­sima sicurezza: gli spazi sono amplissimi sia all’inter­no che all’esterno delle strutture. Abbiamo saloni, pi­scine, pinete, senza contare gli spazi estesi di Vieste nel suo complesso.

Quest’anno sarebbe stato meglio tener chiuse molte strutture, ma nel nostro caso avrem­mo perso quel 30% di clientela fidelizzata che anche stavolta ci ha scelto. Sono persone di varie regioni italiane, provenienti anche dal Nord.

Di stranieri, invece, non c’è nessuno o quasi. In questi giorni soggiornano da noi alcuni ospiti svizzeri, mentre per settembre ab­biamo prenotazioni di turisti austriaci. Ma per il resto è tutto saltato, d’altronde gli stranieri preferiscono veni­re in vacanza prima. Noi aprivamo, negli scorsi anni, intorno al 20 maggio mentre per via dell’emergenza stavolta abbiamo iniziato l’attività il 27 giugno. Saremo in funzione fino al 26 settembre”.

“La speranza”, conclude la direttrice dell’Hotel Pizzo­munno, “è che agosto e settembre siano due buoni me­si. Ad oggi, però, le prenotazioni procedono ancora molto a rilento”.

Lucia Piemonte

l’attacco