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DOPO LE REGIONALI/ GUERRA DI CARTE DIBOLLATE PER I SEGGI.

Dopo la battaglia elettorale per le regionali tra centrodestra, fronte emilianista e M5S, ora la contesa è tutta sul filo dell’applicazione della controversa legge elettorale e perciò «piovono» me­morie nella Corte d’appello di Bari, dove si è insediata la commissione elet­torale (ma non ha ancora ricevuto i verbali dei seggi e quindi non ha nem­meno avviato la verifica preventiva per la proclamazione degli eletti in con­siglio regionale). A fa discutere finora è stata la dissonanza tra le percentuali registrate sul portale Eligendo del mi­nistero dell’Interno e una prima ripar­tizione dei seggi (apparsa sullo stesso sito). Due i nodi: la maggioranza di Emiliano avrebbe solo 27 seggi (non 29 come ipotizzato in un primo momento) e la lista Senso Civico non avrebbe superato lo sbarramento (ma sul por­tale è accreditata del 4,16%). Nei giorni scorsi sono state presentate memorie da parte della Regione Puglia e da parte di Forza Italia.

Il punto sulla questione Senso Civico lo fa Alfonso Pisicchio, assessore uscente della giunta Emiliano: «Abbia­mo presentato una memoria alla Corte d’appello. Eligendo ha messo ordine tutti i dati: lì risulta che abbiamo su­perato lo sbarramento, ma nella di­visione dei seggi risultiamo sotto soglia per un algoritmo e non accediamo alla divisione dei seggi». Da qui le con­tromosse: «Ci siamo avvalsi di un pool di esperi di leggi elettorali nazionali per redigere la nostra memoria agli atti della Corte che, seppure non sia un organo deputato a valutazioni di or­dine giuridico, potrebbe intervenire come nel 2010 nell’assegnazione dei seggi, emendando gli errori in atto». La tesi di Senso civico è presto sintetiz­zata: la lista ha superato il 4% e ha diritto a tre seggi (uno per Alfonso Pisicchio, uno per Ernesto Abaterusso, mentre il terzo è conteso tra Foggia e Taranto). Pisicchio è determinato: «Dopo la proclamazione, se non saran­no accolte le nostre osservazioni, fa­remo ricorso. Ma siamo fiduciosi ven­gano accolte le nostre osservazioni».

Anche Peppino Longo, già vicepre­sidente del Consiglio regionale, primo dei non eletti nella lista Con in Pro­vincia di Bari, ha consegnato una sua istanza in Corte d’appello: «Ho presen­tato la memoria a nome mio e dell’av­vocato Rocco De Franchi, responsabile della lista Con, con la supervisione del­la professoressa Maria Dentamaro». «La nostra tesi – spiega – è che i voti della nostra coalizione determinano una maggioranza di 29 seggi per il fronte emilianista, e non di 27 come attual­mente risulterebbe dai primi conteggi. Questo ampliamento doveroso avreb­be come effetto il mio ritorno in con­siglio regionale, spettando alla lista Con uno dei due seggi aggiuntivi. La proclamazione dovrebbe avvenire en­tro 45 giorni dal voto, a partire dal 21 settembre».

Sul piede di guerra anche Michele Abbaticchio, vicesegretario nazionale del partito «Italia in Comune»: «At­tendiamo l’esito delle istanze presen­tate da Senso Civico. Poi presenteremo anche noi una memoria: chiediamo il riconteggio dei voti perché ci risultano alcuni errori di attribuzione delle pre­ferenze ai nostri danni, come da nostre segnalazioni a Castellaneta, dove il vo­to per il candidato di Italia in Comune è stato erroneamente scritto accanto al simbolo del Pd, ma non ci è stato con­teggiato. E poi non ci convince la di­visione dei voti tra le liste. Allo stato noi siamo fuori per soli 1780 voti».

FRONTE CONSERVATORE -Anche nel centrodestra si segue con appren­sione la querelle relativa all’attribu­zione dei seggi tra maggioranza e mi­noranza (la coalizione che ha candi­dato Raffaele Fitto potrebbe perderne due se dovesse passare la tesi di Con sul premio di maggioranza agli emilianisti). Intanto si va profilando la per­manenza di Raffaele Fitto a Bruxelles, dove è copresidente del gruppo dei Conservatori, ora presieduto a livello europeo dalla leader di Fdi Giorgia Me­loni. Rinunciando al seggio – spiegano fonti di Fdi – subentrerebbe in Con­siglio Antonio Paolo Scalerà, primo dei non eletti in provincia di Taranto di Puglia Domani (per i melomani otterrebbe lo scranno con i resti).

MICHELE DE FEUDIS

Gazzetta mezzogiorno