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14 OTTOBRE/ LIBERAMI!

Signore, liberami dal desiderio di essere stimato, di essere amato, di essere innalzato, di essere apprezzato, di essere lodato, di essere scelto, di essere consultato, di essere approvato, di essere famoso… Signore, liberami dalla paura di essere disprezzato, di essere condannato, di essere dimenticato, di essere giudicato male, di essere deriso, di essere sospettato…

CHARLES DE FOUCAULD

Avremmo bisogno di ripetere più spesso, con coraggio, queste «li­tanie dell’umiltà» composte da un testimone del vangelo fino al mar­tirio, Charles de Foucauld, un aristocratico francese, nato a Strasburgo nel 1858, ritornato alla fede nel 1886, divenuto il fondatore dei Piccoli Fratelli e delle Piccole Sorelle di Gesù, morto assassinato nel Sahara algerino nel 1916 e beatificato da Benedetto XVI nel 2005. Queste «lita­nie», particolarmente care a Madre Teresa di Calcutta, non hanno bi­sogno di essere commentate perché sono in sé illuminanti.

Al massimo è possibile una comparazione sia con le scelte che la società contemporanea ci propone sia con le nostre personali opzio­ni quotidiane. E indubbio che il successo, anche effimero e banale come un passaggio in televisione (persino svergognandosi in pub­blico), è la stella polare a cui si sacrifica ogni cosa. In tutti gli ambiti l’ansia di emergere, di essere esaltati, di prevalere attanaglia la vita di tante persone, così come la paura dell’insuccesso e dell’essere di­menticati conduce non di rado alla disperazione. È paradossale, ma spesso accade‘che la ricerca spasmodica di un gradino più alto faccia ruzzolare in modo clamoroso. Aveva ragione lo scrittore francese Julien Green quando annotava nel suo Diario: «Non potendo fare di noi degli umili, Dio fa di noi degli umiliati».

Gianfranco Ravasi