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PUGLIA/ GLI OSPEDALI CHIUSI ALMENO PER 2 MESI. BOOM RICOVERI COVID: STOP ALL’ATTIVITÀ ORDINARIA MA È SALVA LA CARDIOCHIRURGIA

Il blocco dei ricoveri ordinari in tutta la Puglia an­drà avanti a tempo indefinito. Che significa almeno per un mese o forse fino a Natale, o comunque fino a quando la curva dei contagi (e dei rico­veri per covid) non mostrerà una dinamica tale da far ri­tenere rientrata l’emergenza posti letto.

La Regione ha dunque uf­ficializzato, con una nota a fir­ma dell’assessore Pier Luigi Lopalco e del capo dipartimen­to Vito Montanaro, ciò che era già stato deciso lunedì sera nel­la riunione con tutti i direttori generali delle Asl: non c’è ab­bastanza personale per garan­tire la funzionalità ordinaria dei reparti di Terapia inten­siva, già sotto pressione e or­mai avviati a percentuali di riempimento mai viste nem­meno nella prima fase. I vertici della sanità regionale hanno tuttavia deciso di non bloccare del tutto i ricoveri ordinari, consentendo (oltre ad assisten­za oncologica e parti) anche neurochirurgia, cardiochirur­gia, chirurgia pediatrica, or­topedica, vascolare e l’assisten­za ai pazienti con malattie rare: un modo per tenere conto an­che della situazione del Poli­clinico di Bari, che non ha riattivato il covid hospital nel plesso Asclepios proprio per­ché nel nuovo edificio ci sono le sale operatorie che garantisco­no gli interventi a maggior complessità. La Regione è pronta a dare l’ok anche ai casi particolari che si dovessero presentare: ma la regola ge­nerale è che verranno consen­titi solo i ricoveri urgenti e indifferibili in arrivo dal Pron­to soccorso.

Ieri i ricoveri Covid sono aumentati di altri 49 (635 in totale), oltre a tre in terapia intensiva (il totale è 62). Se­condo un rapporto di OsservaSalute (dati aggiornati al 24 ottobre) rispetto alla prima fa­se in Puglia si muore di meno ma la situazione degli ospedali non mostra nulla di buono: ri­spetto ad aprile si registra un +86% di ricoveri e un +53% nell’occupazione delle terapie intensive. I posti letto disponibili effettivamente sono poco meno di 1.200 a fronte di poco meno di 700 persone ospedalizzate. La Regione ritiene che entro la fine della prossima settimana saranno disponibili almeno altri 4-500 posti letto in tutta la Puglia, ma l’attuale rit­mo di ricoveri farebbe sì che al 15 novembre ci si ritroverà con gli ospedali pieni. Ecco perché la parola d’ordine è accelerare sulla riconversione della rete ospedaliera, recuperando tutti gli spazi disponibili e tutto il personale: la Regione ha i ma­gazzini pieni di attrezzature e può contare su reparti moderni in ogni struttura, ma deve fare i conti con medici e paramedici ormai allo stremo, e anche nu­mericamente non c’è da stare allegri. Ecco perché non c’è altra alternativa che rivolger­si, oltre che agli enti eccle­siastici, anche al privato ac­creditato.

La situazione resta tesa so­prattutto a Bari, dove anche i 20 posti letto in più aperti ad Altamura (si veda l’articolo ac­canto) non hanno risolto i pro­blemi: si continua a ricoverare pazienti covid a Bisceglie e nel Salento. Ma anche a Foggia, con circa 240 persone comples­sive ricoverate tra «Riuniti» e San Giovanni Rotondo, si ini­zia a fare i conti con la scarsità prospettica di posti letto. I Pronto soccorso sono sotto pressione quasi ovunque, per­ché stanno aumentando i casi sospetti con sintomi che ne­cessitano di screening: le pro­cedure, ormai collaudate, ri­chiedono tempo. E proprio per questo viene sottolineata l’importanza della vaccinazione anti-influenzale, che evitereb­be l’effetto di mascheramento dei sintomi: ci sarebbero meno persone da accogliere nei re­parti di emergenza.