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31 OTTOBRE/ TRE FORZE

Ci sono sulla terra tre forze, tre sole forze capaci di vincere e conquistare per sempre la coscienza degli uomini, esseri deboli e ribelli, per la loro stes­sa felicità, e queste tre forze sono: il miracolo, il mistero e l’autorità.

FEDOR DOSTOEVSKIJ

È una delle pagine più emozionanti della storia della letteratura: è la celebre «Leggenda del Grande Inquisitore», incastonata nell’ultimo grande romanzo di Dostoevskij, I fratelli Karamazov (1878-80). Al cen­tro del discorso di quel gelido e terribile personaggio che sfida Cristo, in cui dovrebbe credere, ci sono le parole da noi citate. Apparente­mente le «tre forze» che dovrebbero essere usate da Cristo per conqui­stare e asservire la coscienza degli uomini sembrano essere giuste ed evangeliche: Gesù non ha forse compiuto miracoli, non ha presentato in sé il mistero divino, non ha parlato e agito con autorità?

In realtà il Grande Inquisitore nel suo progetto deforma queste tre realtà. Il miracolo per lui non è un atto d’amore, bensì un prodigio che inganna e attira, sul modello della tentazione satanica: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù dal pinnacolo del tempio!». Il mistero per lui è accecamento che avviluppa le capacità razionali e incatena la volontà umana. L’autorità è, invece, l’esercizio di un potere che co­stringe gli uomini «a inchinarsi e ad affidare la propria coscienza, di­venendo un formicaio comune», l’esatto contrario dell’autorità evangelica che è un «servire» e un essere «ultimo e servo di tutti». Nelle parole del Grande Inquisitore c’è, dunque, l’inganno della fal­sa religiosità che si oppone al Vangelo, che è un appello all’amore, alla libertà, alla coscienza. Sono queste ultime le «tre forze» dello spirito che Cristo vuole esaltare.

Gianfranco Ravasi