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I FARAGLIONI DI BAIA DELLE ZAGARE A RISCHIO CROLLI.

A segnalarlo, Pasquale Di Bari dell’associazione Italia Nostra Sezione “Ter­re dell’angelo”, il quale evidenzia che uno dei piloni del monumento naturale più fotografato ed amato del Gargano si è fortemente assottigliato.

«Il pericolo è emerso durante i rilevamenti per il progetto di messa in sicurezza della falesia di Mattinata – spiega Di Bari -. Intervento fatto egregiamente, con la messa in opera di una rete di contenimento». Ora, però, bisognerebbe inter­venire per mettere in sicurezza anche i fara­glioni. Invece, «a ottobre riprenderanno i lavori – continua – ma con il “killeraggio della spiaggia” e la morte della grande bellezza».

Secondo il referente di Italia Nostra, anziché preoccuparsi di un urgente intervento, sicura­mente complesso, di messa in sicurezza dei fa­raglioni di Baia delle Zagare per non perdere un’icona di bellezza della Puglia, ci si sta preoc­cupando “inutilmente” del ripascimento di un litorale che proprio di ripascimento non avrebbe alcun bisogno. «Il progetto prevede l’allargamen­to della spiaggia di 12 metri ed il ripascimento con ciottoli di grandi dimensioni, con diametro me­dio superiore ai 5 centimetri, trasportati da al­meno 500 camion da una cava di Barletta. Per quale motivo non si capisce. Come non si capisce come la Soprintendenza ed il Parco Nazionale abbiano autorizzato questo scempio», denuncia Di Bari.

In realtà nel progetto come materiale indicato vi sono sassi arrotondati del diametro di 4.5 cm, che però non sarebbero disponibili, per cui «si vorrebbero utilizzare materiali di cava a spigoli vivi con diametro medio di 7.5 cm. Una follia». La baia di Mattinatella rappresenta, con la sua spiaggia, un’eccellenza dei paesaggi marini del Gargano. Il sito internazionale Skyscanner l’ha di recente inserita al secondo posto fra le 10 spiagge più belle del Gargano. La sua peculiarità, oltre alle falesie e ai faraglioni, è senz’altro rap­presentata dalla ghiaia fatta di ciottoli multi­colori e dalle mille sfumature. «Ciottoli di pez­zatura media di un centimetro di origine di selce e calcare, e non di rado si nota la presenza di piccoli sassi neri di origine vulcanica residui del vicino Vulture quando era ancora attivo», evi­denzia Di Bari, che fa notare come la spiaggia non abbia mai sofferto del fenomeno erosivo delle coste da parte del mare, risultando in equilibrio dinamico grazie ai venti di scirocco e grecale. «Assordante è il silenzio del comune di Mattinata e della sua componente civica. Questo territorio, se non valorizza e tutela il suo patrimonio pae­saggistico, quale turismo vuole promuovere?»

Maria Teresa Valente

gazzettacapitanata