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10 NOVEMBRE/ PREGHIERA DI AMORE

La preghiera di amore è così forte da influenzare sensibilmente il corso della storia e da ridurre la grandezza della cattiveria umana.

ARCHIMANDRITA SOFRONIO

Ho visitato tantissimi paesi, ho ammirato capolavori innumerevo­li del genio umano e contemplato paesaggi indimenticabili. Ebbene, se dovessi tra questi ultimi indicarne uno che mi ha quasi mozzato il fiato, potrei subito ricorrere a certi scorci della penisola del monte Athos: sguardi su cielo, terra, mare e sull’infinito e l’eterno dei mona­steri. In uno di essi visse Silvano, un monaco nato in Russia nel 1866 e morto nel 1938 all’Athos. L’archimandrita Sofronio raccolse nella biografia dedicata a questo mistico le sue parole ora tenere ora forti, sempre colme di amore per Dio e per l’umanità.

Ne ho scelte alcune sulla «preghiera di amore», quella che si fa non per ottenere una grazia ma per invocare solo il Regno di Dio nella sto­ria, per contemplare l’azione segreta di Dio nei cuori, per fissare lo sguardo nel volto del Signore. È, questa, la preghiera più alta e più pura, e – afferma Silvano dell’Athos – ha in sé un’energia dirompente, capace di fermare il male del mondo. Forse, se non precipitiamo nel baratro dell’odio assoluto, della morte e della dissoluzione, è perché sulla terra ci sono tante persone come Silvano che in silenzio coltivano la preghiera di amore che si irradia nell’oscurità degli eventi, frenan­do la corsa al male. Ho parlato prima dei paesaggi dell’Athos. Ecco come pregava Silvano: «Hai abbellito, o Dio, il cielo con le stelle, l’aria con le nuvole, la terra coi mari, i fiumi e i verdi giardini dove cinguet­tano gli uccelli, ma la mia anima ha amato solo Te».

Gianfranco Ravasi