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EMERGENZA MORBILLO “PUGLIA MAGLIA NERA”. NON C’È SOLO IL CORONAVIRUS

Nessuno ha dato il giusto peso alla notizia perché il mondo era alle prese con l’emergenza covid. Ma è ac­caduto di nuovo, esattamente come av­venne a dicembre 2018. A gennaio scorso in Puglia si è verificato un focolaio di morbillo, con 30 casi di contagi che – secondo gli approfondimenti – erano tutti collegati. E che costituiscono la principale manifestazione di morbillo in Italia di quest’anno.

A rivelarlo è il rapporto di Sorve­glianza integrata del ministero della Salute, secondo cui – soprattutto a causa di quel focolaio – la Puglia è la regione con la più alta incidenza d’Italia nel 2020: 12,8 casi di morbillo ogni milione di abitanti, quattro volte la me­dia nazionale. Il fo­colaio era concentra­to in Salento, e sa­rebbe partito da al­cune donne bulgare non vaccinate: il virus si sarebbe poi propagato ad operatori sanitari nel Pronto soccorso del «Fazzi» di Lecce, contagiando un medico e un infermiere ma anche un bimbo di due mesi. Un po’ come accadde quando – a dicembre 2018 – a Bari si sviluppò un focolaio all’in­terno dell’ospedale pediatrico «Giovan­ni XXIII» con 13 contagi partiti da una bambina non vaccinata.

Tutto questo in un quadro che, pro­prio per via della pandemia, vede in Italia un calo drastico dei casi registrati nei primi 10 mesi dell’anno: nel 2013 sono stati segnalati 2.270 casi di mor­billo, 1.695 nel 2014, 256 nel 2015, 862 nel 2016, ben 5.397 nel 2017, 2.681 nel 2018, 1.627 nel 2019 e appena 101 quest’anno. Ma ben 43 sono concentrati in Puglia: e due terzi del totale sono stati registrati tra Puglia, Lazio ed Emilia Romagna.

Il dato è preoccupante anche se, spie­gano gli esperti, da aprile non si è più verificato un singolo caso. Merito – a quanto sembra – del lockdown e della riduzione delle interazioni sociali, ma anche della chiusura delle scuole che rappresentano una delle fonti principali di contagio. I dati diffusi nel report del ministero mostrano però che quest’an­no l’età media dei casi di morbillo è 33 anni, con 5 bambini con meno di un anno, 12 operatori sanitari e due ope­ratori scolastici. Il 93% dei contagiati non erano vaccinati (il dato non è disponibile per tutti), mentre il 26% ha sviluppato almeno una complicanza. Il 56,4% ha richiesta il ricovero e un ulteriore 16,8% è passato da un Pronto soccorso.

La Puglia ha coperture vaccinali (al 24° mese, nati nel 2017) molto buone: siamo al 94,38% contro una media del 94,49% e un obiettivo fissato al 95% per la cosiddetta immunità di gregge. La copertura sale al 96,3% nei bambini di tre anni. Si tratta di dati che negli ultimi anni sono cresciuti soprattutto per me­rito della legge che ha sancito l’ob­bligatorietà del vaccino, dopo che nel 2015 l’Italia era pericolosamente scesa all’85%. «Il morbillo – spiegano gli ad­detti ai lavori – è un virus estremamente contagioso, molto più del Sars-Cov-2, ed è necessaria molta attenzione perché può causare danni permanenti gravis­simi. Soltanto la vaccinazione e una buona copertura in tutte le fasce d’età possono contribuire ad eliminare que­sta malattia».

            m.scagl.

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