Una nuova associazione per i cantori popolari del Carpino in Folk, manifestazione inaugurata lo scorso anno nel centro garganico sorta sulle ceneri dello storico Carpino Folk Festival, organizzato per ventitré anni dall’omonima associazione che a ridosso della predisposizione degli eventi decise di staccare la spina ad un progetto che ha sempre catalizzato l’attenzione degli appassionati del genere.
La kermesse, fortemente voluta dal sindaco Rocco Di Brinache si prodigò per mantenere la tradizione in paese, ha da qualche giorno aperto una nuova pagina nella sua storia recente.
Nella serata di ieri è stata infatti presentato il direttivo con una diretta social.
Si è costituito infatti da alcuni giorni il sodalizio associativo con all’interno una cinquantina di membri.
Ad assumerne la presidenza è Mario Draicchio,fratello del compianto Rocco, l’ideatore del Carpino Folk Festival.
“C’era bisogno di dar vita ad un’associazione ché mettesse ordine ai programmi e al nuovo corso che si è voluto dare dopo la fine della stagione decennale del Carpino Folk Festival”, spiega su queste colonne il direttore artistico Antonio Pizzarelli.
“E’ stato il gruppo giovanile il vero motore propulsivo dell’Iniziativa. Carpino non poteva restare ferma dopo una stagione che non ci ha permesso di esibirci. L’obiettivo era proprio quello di portare avanti la tradizione popolare. Il neo presidente Mario Draicchio, assume la direzione di una realtà che si propone di proseguire quella del Carpino Folk di cui il fratello ne è stato l’ideatore, il tutto nell’ottica di una continuità. La nostra sarà un’associazione che non mira a sostituire altro, bensì a dar vita ad una serie di attività durante tutto l’anno. Siamo circa 50 soci, molti dei quali sono artisti che contribuirono lo scorso anno alla creazione del Carpino in Folk, ai quali si sono aggiunti nuovi elementi. Nel direttivo sono presenti anche Nicola Gentiledei Cantori di Carpino e Roberto Menonna, musicista carpiense che ha calcato palchi importanti accanto ad Eugenio Bennato”.
E sulle ragioni per cui un gruppo di animatori dia vita ad un’associazione in un momento particolare come questo attuale, Pizzarelli rimarca sull’aspetto di proiezione verso il futuro.
“Abbiamo voluto dar vita ad un’associazione proprio per proiettare la nostra arte verso un futuro che si spera sia quanto più possibile roseo – spiega, raccontando dei progetti che animano la costituenda realtà associativa, tesi al recupero funzionale di aree dismesse del paese e di diventare un faro per le nuove generazioni amanti del genere folk -. Certo, la situazione attuale non consente di mettere su una programmazione, nonostante le idee e le iniziative a causa dello stato di precarietà, ma la volontà è tanta. Abbiamo infatti diversi progetti in cantiere siamo già al lavoro per il prossimo anno. Ci sarà un contest di gruppi che si proporranno per aderire al nostro festival, a gennaio pubblicheremo un bando per raccogliere le adesioni. Ci sarà una prima fase in cui selezioneremo i migliori e successivamente sceglieremo i primi due gruppi che si esibiranno nell’ambito della kermesse. Per quanto riguarda invece la manifestazione, siamo in attesa di capire come si svilupperà la situazione sanitaria. Siamo consapevoli che rianimare una piazza come accadeva negli anni passati sarà molto difficile, bisognerà pensare ad un festival più sobrio e una delle vie potrebbe essere quella della rigenerazione urbana, seguendo le politiche in atto da parte dell’amministrazione comunale, dando vita ad una manifestazione con attività musicali nel centro storico e non solo. Cercheremo di fare il possibile per portare avanti tutte le nostre idee, avviando la fase di programmazione per lavorare sul da farsi nell’anno nuovo. Ci piacerebbe essere una fucina di idee per le nuove generazioni”, conclude il direttore artistico parlando delle tante incognite che vedono una edizione 2021 della kermesse popolare.
Della volontà di dar vita ad un progetto nuovo che non rimarchi l’esperienza passata del festival che ha preceduto la festa diretta da Pizzarelli, ha parlato il neo presidente, mettendo in evidenza volontà che è alla base della costituzione dell’associazione: designare un percorso culturale ed artistico nuovo seppur parallelo rispetto a quanto realizzato anni addietro dal Carpino Folk Festival. “L’associazione Carpino in Folk è nata soltanto da qualche giorno, ma non vuole essere assolutamente né una filiazione né una continuazione di altre associazioni che hanno operato negli anni passati – precisa Draicchio -. Andremo a ricercare come modello ispiratore la nostra antica tradizione musicale fatta di versi tramandati a voce, di chitarre battenti, di serenate e ritmi per conquistare il cuore dei giovani. Duole constatare che mentre l’area salentina ha saputo valorizzare la sua dimensione folkloristica, noi garganici abbiamo perso il terreno”, osserva, a proposito della situazione culturale del borgo garganico rimasto orfano di una kermesse decennale, rispetto al territorio salentino, maggiormente propenso alla diffusione e sponsorizzazione delle tipicità e dei tratti identitari.
“La nostra mission quindi sarà proprio quella di riprendere il discorso dei primi festival folk tenutisi a Carpino per rilanciare le nostre tradizioni a livello nazionale ed internazionale non in ottica di competizione con le altre realtà pugliesi ma cercando di definire la nostra identità e le nostre tradizioni per rendere il nostro territorio identificabile nelle sue specificità”, conclude Draicchio.
Claudia Ferrante
l’attacco