Sono circa 380.000 i nuovi casi di cancro l’anno. Ed i tumori della mammella in Italia, con oltre 55.000 casi registrati nel 2020, occupano il primo posto in assoluto fra tutte le neoplasie. Il 7% dei tumori al seno è dovuto a fattori ereditari ed il 50% ad una mutazione del gene BRCa, il cui test può facilmente essere eseguito su sangue periferico o su tessuto tumorale, che sarebbe doveroso effettuare su tutte le pazienti al momento della diagnosi. Le » donne infatti che ereditano la mutazione del gene BRCa hanno una probabilità dal 60 all’80% di ammalarsi di tumore al seno. È quanto ha dichiarato il prof. Francesco Schittulli, direttore della Breast Unit al Mater Dei Hospital di Bari e presidente nazionale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt), presentando il 1° corso nazionale Ecm-Fad, promosso dall’Università Tor Vergata di Roma con la Lilt su valutazione multidimensionale, counselling e facilitazione in pazienti nell’ambito della «cancer survivorship». Severamente preoccupante l’attuale stato degli screening oncologici per l’effetto Covid che, colpendo tutta l’Italia dal 2020, ha comportato significativi ritardi.
«Con oltre 2 milioni in meno di screening in 10 mesi di Covid, il prezzo che pagheremo nei prossirrù4-5 anni per diagnosi tardive di cancro sarà sensibilmente alto in termini di terapie, costi socio-sanitari, sofferenza, quantità e qualità di vita», conclude Schittulli.