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PUGLIA/ EMILIANO SISTEMA I “TROMBATI” AVRANNO LO STIPENDIO ALLA REGIONE

Fino a settembre Mino Borracino è stato assessore regio­nale allo Sviluppo economico. Al­le scorse elezioni ha puntato su Senso Civico, una lista rimasta sotto il 4%, ed è dunque tornato a casa. Un pò come Rosario Cusmai, candidato in Italia in Co­mune, altro simbolo rimasto a secco. Entrambi trombati, en­trambi premiati dal presidente Michele Emiliano con una nomi­na nello staff.

I due decreti di nomina sono stati firmati martedì. Borracino ha avuto la delega al Piano stra­tegico di Taranto, Cusmai – con­sigliere comunale di Foggia ar­rivato alla corte di Emiliano dopo un doppio carpiato con avvita­mento a sinistra – quella agli Enti locali. Non gratis. I contratti non ci sono, ma si parla di circa 30mila euro annui. Gli stessi che il pre­sidente Michele Emiliano do­vrebbe riconoscere ad un altro foggiano, Angelo Riccardi, ex sin­daco di Manfredonia. Comune che a novembre 2019 è stato sciol­to per infiltrazioni mafiose con decreto confermato dalla giusti­zia amministrativa: per questo su proposta del ministero dell’Inter­no lo stesso Riccardi è stato di­chiarato incandidabile alle Regio­nali. La legge però non vieta la nomina a consulente.

La scelta di Emiliano sta fa­cendo molto rumore soprattutto nel Foggiano. Cusmai, vicepresi­dente della Provincia, era infatti considerato il braccio destro di Leo Di Gioia, l’ex assessore all’Agricoltura che ha poi rotto con il presidente della Regione tornando nel centrodestra: Cu­smai ha portato a Emiliano 5.856 voti che in un’altra lista gli avreb­bero dato il seggio, e reclamava un riconoscimento che lo accre­ditasse come interlocutore sul territorio. La delega affidata a Riccardi, che ha a che fare con ambiente e rifiuti, è stata letta da alcuni come una sorta di com­missariamento dell’assessore An­na Grazia Maraschio, avvocato chiamato in giunta in quota ai vendoliani. Ma non l’hanno presa, bene nemmeno nel Pd di Capi­tanata: due anni fa Riccardi fu mandato via dall’Anac dalla pre­sidenza dell’Asi di Foggia, e anche allora ci furono polemiche. «Lo abbiamo scelto in virtù della sua competenza sulle questioni am­bientali, come ad esempio sulla battaglia contro Energas», repli­cano dall’entourage di Emiliano.

Le nomine – si fa notare dalla Regione – non comportano un au­mento di spesa, il senatore Gio­vanni Procacci, consulente di Emiliano per i rapporti con la po­litica, ha infatti accettato un in­carico gratuito: come spiegò la «Gazzetta» due settimane fa, es­sendo andato in pensione non può più ricevere emolumenti dalla pubblica amministrazione. Non è invece stato riconfermato l’avvo­cato barese Rocco De Franchi, tec­nico, destinato ad un diverso in­carico. Complessivamente perce­pivano circa 100mila euro lordi l’anno, e questa è più o meno la cifra totale che verrà spalmata tra i tre nuovi consulenti.

Negli scorsi giorni Emiliano aveva già ripreso con sé Dome­nico De Santis, primo dei non elet­ti a Bari (suo uno dei ricorsi al Tar che a marzo potrebbero rivolu­zionare il Consiglio regionale), nominandolo vice-capo di gabi­netto forse in previsione di un possibile avvicendamento con Claudio Stefanazzi. Si è ipotizzato anche un possibile arrivo in staff di Mario Loizzo, anche lui non rieletto e anche lui pensionato: ma l’ex presidente del Consiglio regionale ha preferito soprasse­dere. Confermata invece da metà gennaio Titti De Simone, consi­gliere per l’Attuazione del pro­gramma impegnata in particola­re sui temi della parità di genere: per lei contratto da 65mila euro lordi l’anno.

Massimiliano Scagliarini

gazzettamezzogiorno