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RISTORANTI E PIZZERIE, IL MENÙ DELLA RABBIA: “IN PROVINCIA DI FOGGIA SIAMO ORAMAI AD UN PASSO DALLA CHIUSURA DEFINITIVA”

Ristoranti e pizzerie della provincia di Foggia lan­ciano l’allarme: «Ancora poche settimane e tanti di noi rischiano di chiudere». Analisi decisamente negativa quella tratteggiata dagli operatori del set­tore alla luce delle ultime decisioni di prolungare la zona arancione in Puglia. Convinti che il Covid sia un serio problema e che le disposizioni anti Coronavirus vanno rispettate, i ristoratori avrebbero auspicato provvedimen­ti più forti e aiuti più concreti per fronteggiare il momento così delicato. Situazione critica nelle città ma anche nei centri di periferia, con ripercussioni negative per l’indotto che gira intorno alle attività dei pubblici esercizi.

MARIA GIULIA RUSSI

Biorussi Carpino

«Momento molto critico per le nostre attività. Le aperture e chiu­sure a gogò, l’approssimazione adottata in alcun scelte hanno di fatto creato più problemi che so­luzioni alle problematiche. Non sarebbe stato meglio un lockdown modello marzo 2020? A che prò farci star chiusi mentre i nostri clienti si spostano in Molise o in Irpinia?»

GEGE’ MANGANO

Li Jalantuùmene Monte S. Angelo

«Ci hanno chiesto di mettere i nostri locali in sicurezza: lo ab­biamo fatto. Non è servito. Ora siamo chiusi da mesi e le nostre attività stanno agonizzando. An­cora qualche mese e saremo morti del tutto. Cambiare repentina­mente da zona gialla ad arancione, o viceversa, produce per noi solo effetti negativi. Le imprese non si accendono e spengono con un in­terruttore. I ristori non sono più sufficienti, fino ad ora abbiamo ricevuto solo briciole. Le nostre attività costruite con fatica e con sudore sono state massacrate. Tante di esse sono ormai al col­lasso».

DOMENICO CILENTI                              

Porta di Basso Peschici

Stiamo attraversando un mo­mento terribile, di sicuro lo Stato e le Regioni non aiutano in modo concreto la ristorazione e tanto meno le priorità del Paese. Ognu­no di noi ha l’obbligo di cimentarsi in nuovi obbiettivi che ci portino fuori da questa maledetta crisi. Oggi più che mai abbiamo il dovere di reagire con idee ed inve­stimenti a lungo termine e soprat­tutto sui giovani migliorando la cultura gastronomica, l’eco soste­nibilità e le abitudini alimentari tornando un po’ indietro nel tem­po e vivere la stagionalità del mo­mento. Per questo sto investendo su una scuola di cucina sul Gargano».

LEONARDO VESCERA

Il Capriccio Vieste

 «II problema c’è ed evidente. E lo si vede negli occhi dei clienti. Per quanto ci riguarda cerchiamo di preservare la prossima stagione estiva. Quindi meglio sacrificarsi adesso, che siamo in pochi ad es­sere aperti, che in prossimità dell’estate. In questi momenti ti rendi conto che abbiamo un Go­verno debole: tanto rispetto per il lavoro svolto dal premier Conte, ma un lockdown serrato sarebbe stato meglio bloccando le cartelle esattoriali, rate di mutuo, finan­ziamento, fidi utenze ecc. Non c’è lavoro ma non hai spese; invece il problema serio è stato l’apri e chiudi continuo e senza preavviso e senza potersi organizzare. Non hanno bloccato i pagamenti come a marzo ma non ti hanno messo in condizione di lavorare.