Fare la corte ossessiva a una persona è reato. Lo ha stabilito la Cassazione ribadendo che «Configura il reato di molestie un corteggiamento ossessivo e petulante, volto ad instaurare un rapporto comunicativo o confidenziale con la vittima, manifestamente a ciò contraria, realizzato mediante una condotta fastidiosa, pressante e diffusa reiterazione di sequenze di saluto e contatto, invasive dell’altrui sfera privata, con intromissione continua, effettiva e sgradita nella vita della persona offesa e lesione della sua sfera di libertà». Saluti insistenti e confidenziali con modalità invasive della sfera della riservatezza, incontri non casuali e cercati nel bar, tentativi di approcci o soste continue sotto casa della vittima integrano, secondo gli Ermellini il reato di molestie.