Da 25 anni si celebra la Giornata della memoria e dell’impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie che ha riunito famiglie e studenti a San Marco in Lamis per ricordare le vittime di mafia. E a San Marco in Lamis, in occasione dell’iniziativa organizzata dall’Associazione “Libera” di San Marco in Lamis, la Coldiretti Foggia ha commemorato, tra gli altri, i due imprenditori agricoli soci, i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, vittime di un agguato mafioso nell’agosto 2017, la cui unica colpa fu di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, al lavoro in campagna.
Agguato avvenuto per un regolamento di conti tra i clan della pericolosa mafia garganica con 1’eliminazione di imo dei boss di Manfredonia, Romito. «La malavita tenta di approfittare della situazione di difficoltà in cui si trova una fetta crescente di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente – sottolinea la Coldiretti – ai pacchi alimentari, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia. Fra i nuovi poveri – precisa la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid». «Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti regionale – avevano sperimentato
condizioni di vita così problematiche. Crescono, infatti, gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore del cibo che è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Con la crisi le mafie si appropriano – sottolinea la Coldiretti – di vasti comparti dell’agroalimentare dai campi agli scaffali, dai tavoli dei ristoranti fino ai banchi di bar e pasticcerie, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy».
«Dai mercati ai supermercati, dai trasporti ai ristoranti – denuncia Coldiretti – dall’agricoltura all’allevamento, dalla carne alla frutta fino al caffè alle corse dei cavalli, oltre, all’utilizzo illecito dei fondi comunitari destinati all’agricoltura come il Psr, il volume d’affari delle agromafie cresce con attività che riguardano l’intera filiera agroalimentare. In questo modo la malavita si appropria di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti e il valore del marchio Made in Italy. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare perché l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato».