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FOGGIA/ TRIBUNALE: COSA CAMBIA. INTESA SUI PROCESSI DA 10 A 20 PER UDIENZA

Un massimo di 20 processi a udienza davanti ai 10 giudici monocraticia; non più di 10 davanti alla tre sezioni collegiali; e non oltre 15 processi per giudice di pace. È il nuovo protocollo legato all’emergenza Covid firmato dal presidente del Tribunale, Antonio Civita; dal procuratore Ludovico Vaccaro; dal presidente dell’Ordine forense, Taw. Gianluca Ursitti; dai presidenti di Camera Penale e Associazione avvocati penalisti di Foggia, gli avv. Giulio Treggiari e Paolo D’Ambrosio. L’adozione del nuovo protocollo per lo svolgimento dei processi penali si è resa necessario per «adottare misure di contrasto all’emergenza epidemiologica»; modificata la precedente intesa il 9 novembre. L’obiettivo è «evitare la proliferazione di rischi per gli operatori giudiziari, l’avvocatura e per l’udienza, nonché realizzare una adeguata gestione dei processi».

GIUDICI MONOCRATICI Quasi il 90% dei processi celebrati in Tribunale si svolge davanti ai giudici monocratici. «Per ogni udienza monocratica» stabi¬lisce il nuovo protocollo «possono essere trattati fmo a un massimo di 20 processi. Ogni giudice stabilirà rigide fasce orarie, a partire dalle 9, a seconda del presumibile tempo necessario per trattare il singolo processo, di durante non inferiori a 10 minuti nel caso di prime udienze o discussioni verosimilmente brevi. Potranno essere trattati, anche svolgendo attività istruttoria di ascolto dei testimoni, soltanto i seguenti processi: prime udienze; a carico di imputati detenuti o comunque sottoposti a misura cau¬telare; processi per maltrattamenti, stalking, rapina, estorsione, e reati ambientali; processi per omicidio colposo o lesioni colpose, e queste ultime soltanto se derivano da colpa medica o professionale; udienze di discussione anche quelle in cui è previsto pure l’interrogatorio dell’imputato; processi prossimi alla prescrizione. Ogni giudice potrà individuare i processi da trattare fino a 20 cause, tenendo conto dell’oggetto del processo; del numero di parti processuali; di termini di prescrizione; e della prevedibile durata delle attività da espletare, alternando processi con istruttoria a quelli di prima udienza e di discussione». Tutto ciò per evitare assembramenti fuori e dentro l’aula. Nei casi di attività particolarmente complessa o di prevedibile lunga durata, il giudice dovrà eventualmente ridurre il numero di processi da trattare. Ove l’attività istruttoria di un singolo processo dovesse superare l’orario stabilito di oltre 15 minuti, il giudice aggiornerà il processo ad un’altra data per non creare attese e assembramenti anche fuori dall’auto. Ogni giudice» stabilisce il protocollo «dovrà indicare i processi da trattare e fissare l’orario informando avvocati e Procura, preferibilmente una settimana prima delle udienze o, se non è possibile, almeno tre giorni prima in modo di consentile alle parti di avvisare i testimoni. I processi già fissati e che non potranno essere trattati saranno rinviati tendenzialmente dopo le 13.30».

GIUDICI COLLEGIALI In questo caso fissato a 10 il numero massimo di processi da trattare per ogni singola udienza. «Nel caso di processi complessi il giudice dell’udienza preliminare, prima di emettere il decreto di rinvio a giudizio, concorderà con il presidente del collegio giudicante data e orario della prima udienza, onde evitare assembramenti. Quanto alle fasce orarie i processi collegiali vanno fissati ad horas. Potranno essere trattati, anche ascoltando testimoni, processi di prima udienza; nei con-fronti di imputati sottoposti a misure cautelari (detentive e non); processi per maltrattamenti, rapine ed estorsioni aggravate; usura; asso¬ciazione per delinquere e mafia; tentato omicidio e preterintenzionale; violenza sessuale; processi prossimi alla prescrizione. Per le udienze si applicano gli stessi criteri previsti per i processi davanti a giudici monocratici».

GIUDICI DI PACE – Fissato un numero massimo di 15 processi, con «rigide fasce orarie per evitare sovrapposizione degli orari e assembramenti dentro e fuori l’aula; pm e difensori vanno informati una settimana prima (o comunque tre giorni prima) di data e orari; dovranno essere comunicate anche le date di rinvio delle cause che non saranno trattate».

CORTE D’ASSISE – Infine il protocollo sottoscritto da giudici, pm e avvocati prevede per la corte d’assise prevede la celebrazione «di tutti i processi di competenza alla luce delle pendenze» (in relazione alle accuse di omicidio aggravate, quando la pena edittale prevista è l’ergastolo la difesa non può più optare per il giudizio abbreviato davanti ed gup, il che comporta un maggior carico di lavoro per le due corti d’assise in attività) «e degli spazi dove celebrare le udienze, che devono essere assolutamente idonei a contenere i rischi derivanti dall’emergenza epidemiologica».

g.r.
gazzettacapitanata