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DOSI DI VACCINO AI TURISTI, EMILIANO VUOLE L’ACCORDO NAZIONALE. IL GOVERNATORE APRE.

La Regione Puglia vorreb­be che nei luoghi di vacanza si vaccinassero i turisti di altre Regioni. Ma chiede che l’inizia­tiva venga regolata in un qua­dro complessivo e nazionale. Per questo il presidente Miche­le Emiliano eviterà di stipulare accordi con altre Regioni (con­finanti oppure no) analoghi a quello concluso tra Piemonte e Liguria. Secondo la Regione Puglia non sono gli accordi bi­laterali a poter regolare la vac­cinazione dei turisti. Del resto – si ragiona all’assessorato del­la Salute – se si pensasse ad ac­cordi bilaterali, la Puglia do­vrebbe firmare intese con Re­gioni di mezza Italia, vista la provenienza eterogenea dei suoi turisti. Senza contare che i patti tra amministrazioni re­gionali sono stati criticati dal commissario Figliuolo.

La strada è dunque un’altra ed è quella di un accordo na­zionale. Vi stanno lavorando in questi giorni Massimiliano Fedriga e Michele Emiliano, ri­spettivamente presidente e vi­ce presidente della conferenza delle Regioni. I quali, come si capisce, la pensano diversa­mente dal loro collega Attilio Fontana, che ha detto ai suoi concittadini lombardi che «per il vaccino si dovrà tornare a ca­sa». Qualcuno legge in questa frase il desiderio che i lombar­di restino a fare le vacanze nel­la loro terra. O forse è solo una preoccupazione organizzativa. Nel quadro di un’intesa na­zionale, la Puglia avrebbe qual­che proposta da avanzare. Una potrebbe essere l’invio telema­tico delle informazioni alle Re­gioni di residenza. Le quali provvederebbero successiva­mente ad archiviare i dati (vi­sto che i sistemi informatici non si parlano tra loro). Oppu­re il rilascio di un certificato cartaceo da conservare e porta­re alla Asl al ritorno dalle va­canze. E le quantità di fiale? Non sarebbe un problema, perché si stima che in realtà il vaccino fuori casa riguardereb­be una minoranza di cittadini, visto che una larga parte della popolazione avrà fatto il richia­mo prima di partire per le ferie. Ad ogni modo si reclama un accordo nazionale. E dopo, magari con i fondi del Pnrr, si potrebbe pensare ad un’unica infrastruttura digitale per tutte le Regioni. Ma questo è un al­tro discorso.

Francesco Strippoli

corrieremezzogiorno