Menu Chiudi

PUGLIA/ IL BONUS 110% STA DROGANDO IL MERCATO. LE IMPRESE EDILI DENUNCIANO AUMENTI INCONTROLLATI DEL PREZZO DEI MATERIALI (OLTRE IL 100%)

Il Bonus 110% sta drogando il mercato. In Puglia le imprese edili denunciano aumenti incontrollati del prezzo dei materiali (oltre il 100%), accaparramenti e anche il rischio che alcuni materiali risultino introvabili, costringendole a fermare i cantieri.
i condomini sono «al palo».

L’agevolazione, introdotta col Decreto Rilancio, consente ai proprietari di godere di una detrazione del 110% delle spese sostenute per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici (almeno di due classi) e che riducono il rischio sismico.

L’immobile però deve essere a norma e, quindi, gli eventuali abusi devono essere sanati. Questo sta creando non pochi problemi sui condomini pugliesi, e in particolar modo su quelli più datati. Lo dimostrano anche le «cifre» del Superbonus 110% in Puglia evidenziate dalla Direzione affari economici, finanza e centro studi dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance).

Il dossier, aggiornato al 28 aprile su flussi Enea-ministero dello Sviluppo economico, rivela che a livello nazionale «solo il 9,8% degli interventi attivati si riferisce ai condomini». Il dato è ancora inferiore nel «tacco d’Italia» considerando che la regione è al settimo posto nella classifica regionale per numero di interventi (sono 835 interventi con almeno un’asseverazione protocollata), ma è solo decima per importo (84 milioni di euro).

«Da febbraio 2021 – dice Nicola Bonerba, presidente Ance Puglia – passare a 835 interventi vuol dire che li abbiamo più che raddoppiati. Mentre in due mesi siamo passati da 20 a 84 milioni di euro. Quindi c’è molto interesse per l’agevolazione, ma parliamo di interventi di poco valore. Perché ad oggi per le difficoltà di recepimento documentazione, difficoltà dal punto di vista di riunioni di condominio per interventi un po’ più complessi, incluso mettere in sanatoria eventuali abusi, sono stati favoriti gli interventi su ville unifamiliari o case singole. Le dico questo: abbiamo verificato che per arrivare a un intervento su un condominio ci vogliono 30-40 procedure amministrative tecniche (di cui circa i due terzi prima di avviare i lavori) e fino a quasi 5 assemblee condominiali per approvare i lavori. È chiaro che questo diventa un freno».
Infatti, a livello nazionale l’importo medio di uno dei 13mila interventi del Bonus 110%, per un valore complessivo di 1,6 miliardi di euro, è di 123mila euro. In Puglia è di 100mila.

Con questa agevolazione, l’obiettivo dichiarato del Legislatore è triplice: dare la scossa a un settore trainante dell’economia nazionale, far emergere il «nero» (in questo iter valgono solo pagamenti «parlanti») e mettere a nuovo e in sicurezza il patrimonio edilizio nazionale, abbattendo anche il consumo elettrico dovuto al cattivo isolamento termico. Gli interventi più frequenti, quindi, prevedono il rifacimento del cappotto e infatti, lamentano i costruttori, i polietileni di cui è composto sono i primi materiali che hanno iniziato a scarseggiare e che hanno visto balzare il prezzo del +40%. «Addirittura – dice Bonerba – la richiesta è tale che qualche azienda locale ha iniziato a riciclare i polietileni per rimetterli sul mercato, dopo averli rilavorati. Il problema è che i costi della materia prima sono esorbitanti. Io ho avuto l’aumento addirittura dei sanitari in porcellana».

Secondo il rappresentante dei costruttori «c’è molta speculazione» e poi «di fatto c’è il mercato asiatico che ora ha il monopolio e la ricaduta la paghiamo noi». Ma, al di là dei prodotti petroliferi, che stando a Bonerba sarebbero in mano alla Cina, per i cantieri pugliesi inizia a scarseggiare anche l’«ovvio» come il ferro e l’acciaio che, da quando è stato varato il Superbonus, nel Barese e nella Sesta provincia è arrivato a costare il 120% in più. «Anche le semplici impalcature, i ponteggi, iniziano ad essere introvabili – dice Bonerba – perché ne servono tanti, a norma, e dello stesso tipo».


Costruttori di medie dimensioni interpellati dalla «Gazzetta», e che preferiscono non comparire, denunciano anche fenomeni di accaparramento di materiali da parte di grandi player nazionali. «Con enormi liquidità – affermano le fonti – hanno agito prima degli altri e si sono garantiti materiali in quantità e ai prezzi migliori». Il rappresentante dell’Ance pugliese non conferma e non smentisce: «C’è una grande corsa – dice – Oggi ci sono aumenti esagerati». La faccenda è tanto seria da mettere a rischio i cantieri. «Quando firmiamo il contratto di inizio lavori – afferma – noi temiamo che possiamo trovarci con una difficoltà di approvvigionamento dei materiali, col rischio di contenzioso col committente. Tanto che io l’ho fatto inserire in contratto come causa rescissoria».

Secondo il rappresentante Ance Puglia si dovrebbe procrastinare il Bonus almeno al 2023, in modo da consentire alle aziende di procurarsi i materiali e calmierare i prezzi. E, intanto, «fare un adeguamento per il prezzario regionale anche per il ferro. Perché qui dovete immaginare appalti, già aggiudicati, con prezzi che però ora sono introvabili sul mercato».

Al netto degli eventuali speculatori (sui quali auspichiamo che lo Stato – che, alla fine, si troverà a pagare questi prezzi formidabili – accenda un «faro») e al netto degli «accaparratori», per capire alcune dinamiche ci siamo rivolti a chi, per mestiere, si interfaccia con l’intera, vasta, filiera dell’edilizia, come l’ing. Enzo Maiorano, fondatore del Gruppo Edilportale-Archiproducts-Archilovers, dalle cui piattaforme passano migliaia di produttori. «I prezzi? Guardi che questo è un mercato drogato dal 110%. I produttori mi segnalano anche che, lungo la filiera mondiale, c’è un problema di approvvigionamento di materie prime e componentistica». A suo parere il bello, si fa per dire, deve ancora venire.

«C’è un aumento della domanda ma siamo ancora gli inizi di una crescita esponenziale del 110%. Ci sono però altri bonus, come il Facciate che sta andando moltissimo ed è una specie di Piano Marshall senza senso». A suo dire «le imprese committenti possono mettere cifre senza alcun criterio, facendo pagare alla collettività. Infatti non verrà rifinanziato. Un sentire comune è che un boom dell’edilizia ci sarà in autunno e ne vedremo delle belle perché ci sarà davvero mancanza di prodotti e, sicuramente, una impennata dei prezzi».

Per Maiorano «è tutto troppo veloce e c’è una situazione mondiale che impedisce l’approvvigionamento facile di materie prime. Si pensi a quello che sta accadendo in Pakistan, in India, con la pandemia. Ad ogni modo, il problema è che il 110 droga tutto. Il 110 è stato giustamente legato ai prezziari regionali. Quindi tu il lavoro lo devi fare al prezziario regionale che è già del 30-40% più alto del prezzo di mercato. In pratica, tu stai dicendo implicitamente alle imprese di alzare i prezzi e chi dovrebbe essere motivato a calmierarli? Il mercato beneficia del fatto che i soldi li mette lo Stato. Per me il 110 è troppo, è drogato economicamente e impone troppi paletti».

gazzettamezzogiorno