Con 27 appezzamenti per un totale di 506 ettari la provincia di Foggia mette all’asta l’estensione territoriale più grande al quarto bando d’asta indetto da Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, del Ministero delle Politiche Agricole. Con la “Banca nazionale delle Terre Agricole”, istituita nel 2016, vengono infatti messi a disposizione (fino al 7 settembre) oltre 16mila ettari, 624 aziende agricole, il 70% al Sud.
«Di questi, 74 terreni sono in Puglia con una superficie complessiva di 1.593 ettari-dichiara il deputato pugliese Gianpaolo Cassese, esponente M5S in commissione Agricoltura alla Camera-.Si tratta di un’opportunità da cogliere soprattutto per i giovani: agli imprenditori agricoli under 41 viene, infatti, concessa la possibilità di pagare il prezzo del terreno a rate per un massimo di 30 anni».
Dopo la Capitanata la provincia con più terreni a disposizione è Brindisi con 15 (246 ha) e Taranto con 14 (413 ha), seguono Bari con 8 terreni (65 ha), la Bat con 6 (339,5 ha) e, infine, Lecce con 4 appezzamenti (23 ettari). «Dalla sua istituzione a oggi – informa una nota – la Banca ha messo in vetrina 530 terreni, per un totale di 15.478 ettari: di questi, 8.345 ettari sono stati aggiudicati, con un incasso di 84 milioni di euro destinati a sostenere, per legge, nuovi interventi in favore dei giovani.
«Si tratta di una occasione da non perdere, perché il costo della terra in Puglia – afferma Benedetta Liberace, leader di Coldiretti Giovani Impresa Puglia – ha raggiunto mediamente i 14/16mila euro per il seminativo irriguo, i 20/25mila euro ad ettaro per i suoli olivetati, 33/37mila euro ad ettaro per i terreni ad uva da tavola, 15/18mila euro ad ettaro per il frutteto, valori medi decisamente superiori addirittura a quelli di Germania e Francia. La dismissione della proprietà pubblica dei terreni agricoli toglie allo Stato il compito improprio di coltivare la terra e rende disponibili risorse per lo sviluppo, ma soprattutto dà un impulso alla crescita, all’occupazione e alla redditività delle imprese che realizzano performance migliori in agricoltura quando sono condotte da giovani».
La disponibilità di terra è il principale ostacolo alla nascita di nuove imprese agricole condotte da giovani soprattutto perché la vera novità rispetto al passato – sottolinea la Coldiretti – sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze e non possono contare sul patrimonio fondiario familiare, il sostegno alle aziende dei giovani è positivo per l’insieme dell’agricoltura nazionale e per il Paese poiché la capacità di innovazione e di crescita – continua la Coldiretti – porta le aziende agricole dei giovani ad avere un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. È possibile consultare tutti i terreni su www.ismea.it/banca-delle-terre.