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MANFREDONIA/ IL SITO EX ENICHEM INQUINA? MA NON ESISTONO CONTROLLI

«Le 2 stazioni di moni­toraggio della qualità dell’aria presenti nell’area di Manfredonia non hanno lo scopo di moni­torare il sito inquinato Ex Enichem. Infatti, la normativa sui siti da bonificare non prevede il monitoraggio della qualità dell’aria con stazioni fisse come quelle citate. Queste ultime, invece, fanno parte della Rete Regionale di Monitorag­gio della Qualità dell’Aria, approvata dal Ministero dell’Ambiente, e finalizzata alla valu­tazione della qualità dell’aria, secondo le disposizioni del D.LGS n. 155/10» è quanto spiega il direttore generale Arpa Puglia, Vito Bruno, in una cortese lettera inviata alla Gazzetta. «Nu­mero e tipologia di inquinanti monitorati – ag­giunge – sono, quindi, conformi alle indicazioni di norma per le due stazioni di monitoraggio, che presentano caratteristiche differenti: la stazione Manfredonia-Mandorli più esposta alle emissio­ni da traffico; la stazione Monte Sant’Ange­lo-Suolo Ciuffreda, collocata in un’area rura­le».

Il sito inquinato ex Enichem sarebbe dunque privo di strumenti di monitoraggio specifico. Pare quanto meno paradossale che un sito di­chiarato di interesse nazionale a causa del suo potenziale inquinamento non abbia misure di controllo. Per quanto concerne «l’innalzamento delle concentrazioni di PM10 nei giorni dal 21 al 25» il direttore Bruno, in polemica con Maurizio Portaluri che aveva denunciato “l’innalzamen­to”, attribuisce «a fenomeni di avvezioni di pol­veri sahariane». In una relazione trasmessa alle autorità competenti, l’Arpa «ha riportato i dati di qualità dell’aria registrati nelle stazioni di monitoraggio di qualità dell’aria attive a Man­fredonia e Monte Sant’Angelo, in concomitanza dell’evento incidentale che ha interessato l’area ex Enichem a Manfredonia nella giornata del 22 giugno. Il PM10 ha superato il valore limite gior­naliero di 50 ug/m3 in entrambi i siti di mo­nitoraggio». Una condizione ascritta all’intru­sione di polveri sahariane registrata dalla cen­tralina di Manfredonia ma non da quella di Mon­te Sant’Angelo-Suolo Ciuffreda «non trovandosi sottovento rispetto al sito dell’incendio». Naturalmente per avere un quadro preciso e completo della situazione, bisognerà attendere le complesse analisi delle varie campionature rilevate dall’Arpa che ha svolto un lavoro de­licato e minuzioso in una situazione di estrema difficoltà. Per quanto concerne gli effetti sulla salute, il direttore Bruno rimanda alle valutazioni spettanti ad Asl FG. Quella del sito ex Enichem in fase di bonifica, è un abisso di sorprese micidiali. Un puzzle al quale mancano molte e determinanti tessere per avere un quadro completo attendibile. Le re­ticenze, i silenzi, i depistaggi si accavallano e accrescono la nebulosità di una situazione che ha in palio la salute di intere popolazioni che reclamano a gran voce e accenti bellicosi, in­chieste e indagini approfondite che facciano ve­rità e pongano termine ad un incubo non più sopportabile. Una cosa appare chiaro ed è che si quell’area piovono milioni di euro a palate chi evidentemente sollecitano appetiti inconfessa bili. Non a caso è stato ricordato come quella il discussione sia un’area che ha avuto ben tn comuni confinanti sciolti per infiltrazioni mafiose. Sarebbe tempo o modo di dare una decisi svolta a tale infausto condizionamento.

Michele Apollonio