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VIESTE/ VIAGGIO NEGLI ANNI DAL 1943 AL 2013 – ANNI 2000 – 2014 (31)

I primi albanesi a Vieste

Una mattina di primavera del 1991, uno scafo albanese si fermò davanti al nostro porto. Era un piccolo rimorchiatore partito dal porto di Durazzo, rimasto senza carburante in acque internazionali, rimorchiato a Vieste da un peschereccio di Manfredonia. Questi particolari me li racconta l’allora capo Tommaso Pagano dell’Ufficio Marittimo di Vieste. A bordo vi erano 26 passeggeri fuori del normale, fuggiaschi dalla loro patria, attratti dall’Italia sognata vista in televisione. Scesi a terra, alloggiati alla meglio e rifocillati dall’autorità comunale, qualche giorno dopo furono trasferiti a Foggia. Altri arrivi di albanesi seguirono nei mesi successivi. Molti di loro, portata la famiglia, si sistemarono a Vieste. E sono rimasti. Poi cominciò un flusso di persone singole, in maggioranza donne dei Paesi dell’Est, che stanno qui senza famiglia occupate come badanti.

Elezioni comunali del 13.05.2001

Consiglieri eletti

1Candiani Roberto
2Caruso Vincenzo di A.
3D’Errico Antonio
4Devita Angelo
5Dirodi Girolamo
6Lapomarda Michele
7Mascia Michele
8Nardella Michela
9Notarangelo Michele
10Pecorelli Pasquale (1934)
11Pecorelli Pasquale (1944)
12Pecorelli Pasquale Antonio
13Prencipe Saverio
14Prudenza Domenico
15Romano Angela
16Rosiello Paolo
17Soldano Paolo
18Sollitto Carlo
19Spina Diana Domenicantonio
20Zaffarano Raffaele

Sindaco: Spina Diana Domenicantonio. Giunta: Pecorelli Pasquale (1944 vicesindaco), Nobile Carlantonio, Nardella Michela, Romano Angela, Rosiello Paolo, Sollitto Carlo, Zaffarano Raffaele. Nardella Michela verrà poi surrogata da Calvo Annamaria.

Con lo slogan “Vieste da paese a città”, diffuso in occasione delle elezioni comunali del 13 maggio 2001, il sindaco uscente Domenicantonio Spina Diana, nuovamente candidato alla guida della civica Amministrazione, presentava alla cittadinanza il proprio manifesto elettorale, pubblicato da questo giornale. In quel foglio egli ricordava le buone cose fatte negli anni passati e annunciava un programma di altre cose buone che intendeva fare nel successivo quinquennio.

Ne dava così la ragione “Vieste da paese a città, non è uno slogan di stampo elettorale, bensì l’evidente constatazione di una città che in questi anni è cresciuta e si è notevolmente trasformata, che scruta l’orizzonte di un nuovo Millennio segnato da sfide sempre più impegnative volte a qualificarla e a modernizzarla e che proprio grazie alla statura acquisita in questi anni di nostra amministrazione è in grado di affrontare a viso aperto.”.

E ancora: “Il programma amministrativo di chi si propone di riottenere la guida della città, in nome di un’esperienza consolidata in 8 anni di governo, deve farsi carico di queste nuove esigenze, partendo dal proficuo lavoro già svolto e vagliando soluzioni a misura dei problemi”.

I proficui risultati dell’idea motrice anzidetta traspaiono nel seguente quadro delle opere più notevoli compiute in quegli anni.

Rifornimento idrico della città

Il serbatoio dell’acqua potabile esistente a Vieste in località Coppitella, costruito nel 1938, della capacità di 1050 metri cubi, in seguito all’aumento dei consumi verificatosi anno dopo anno, era diventato del tutto insufficiente ai bisogni della popolazione. Infatti, quando per una qualsiasi ragione dalla condotta principale non arrivava l’acqua, la quantità anzidetta bastava sì e no per un giorno. A risolvere il problema dell’emergenza è stato costruito un nuovo serbatoio idrico, 12 volte più grande del precedente, il quale consente di sopperire ad ogni interruzione dell’acqua in arrivo, poiché garantisce alla città 10 giorni di autonomia. Costo dell’opera, voluta dalla civica Amministrazione, finanziata dall’Unione Europea, 11 miliardi di lire.

È istituita la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e potenziata la rete elettrica.

Porto turistico. Di questo ho detto ampiamente nella puntata n.25 del 14 marzo, ove ho raccontato il porto di Vieste in tutte le fasi del suo compiersi, dalla classificazione nel 1902 a porto di 2^ categoria 3^ classe, ai primi 40 metri del molo costruito nel 1942, al molo radicato allo scoglio, servito alla funzione di porto rifugio definita nel 1964, ai lavori avviati nel 1982 che hanno realizzato il porto commerciale, alle opere pertinenti al turismo nautico attuate nei primi anni Duemila.

Giardini di Marina Piccola. Sono stati ampliati e risistemati con una serie di eccellenti lavori quali la nuova pavimentazione, la ringhiera posta sul lato mare, la nuova e più completa illuminazione. Ne è risultato uno dei luoghi d’incontro più eleganti di Vieste, una terrazza sul mare al centro della città dove le famiglie e le persone di tutte le età amano intrattenersi.

Altre realizzazioni.È risanata e ammodernata la rete idrica e fognaria, divenuta precaria in più punti della città; pavimentato il centro storico e il borgo ottocentesco, migliorate strade e sentieri interpoderali. In campo urbanistico, è approvato in via definitiva il Piano Regolatore Generale e sono adottati strumenti di pianificazione più rapidi e moderni, quali piani integrati, piani particolareggiati, piani di recupero del centro storico e per l’arredo urbano. E’ in gran parte edificato il rione 167, un traguardo che ha consentito ad oltre 400 famiglie di farsi la casa a condizioni agevolate; nella sua area sono altresì costruite la bellissima chiesa intitolata a Gesù Buon Pastore e un edificio di scuola elementare, intitolato al poeta dialettale e maestro Gaetano Dellisanti. Per il migliore funzionamento del mercato quindicinale all’aperto, è acquisita dal Comune e sistemata la grande area al lungomare Europa, disegnata al suo interno in modo da poter funzionare, quando non c’è mercato, anche da parcheggio; utile specialmente d’estate per i bagnanti che frequentano la limitrofa spiaggia di S. Lorenzo.

Quale contributo all’estetica della città, dopo l’ultimo impianto di pini e altri alberi effettuato dall’assessore Marcello Clemente, viene ulteriormente accresciuta e in parte modificata la presenza di piante decorative lungo le nostre strade, talune alberate ex novo con oleandri e aranci, altre sostituendo ai platani esistenti le palme.

Costruzione del più grande depuratore. A Vieste funzionava già da alcuni anni, alla punta di S. Francesco, il depuratore dei liquami di rifiuto con la connessa condotta di sbocco al mare. Per rendere tale servizio massimamente idoneo a salvaguardare la salubrità dell’ambiente, è stato costruito in questi anni un nuovo più grande depuratore con una condotta sottomarina lunga due chilometri, in parte interrata e in parte appoggiata e agganciata sul fondale.

Un complesso d’opere che non molti comuni possono vantare.

Due nativi di Vieste saliti alla notorietà nazionale, commemorati dalla Sezione cittadina di Storia Patria.

Domenico Siesta, che nel 1962, mentre era studente d’ingegneria a Berlino ovest, scavò con le sue mani e l’aiuto di alcuni amici, in sette mesi di lavoro, un tunnel sotto il muro che divideva la città in due zone, quella ovest controllata da inglesi, francesi e americani unificati, e quella est controllata dai sovietici. Attraverso quel tunnel, lungo 120 metri, 29 tedeschi dell’est riuscirono a fuggire nel settore ovest.

Dopo la laurea, Mimmo, come lo chiamavano i familiari e gli amici, venne più volte a Vieste, d’estate, con la moglie, presso parenti materni e amici. E’ scomparso nel 2002.

Quell’impresa, pubblicizzata da un libro postumo scritto dalla moglie e da in film trasmesso dalla televisione nel 2004, è stata ricordata a Vieste qualche anno dopo il film, in un convegno tenutosi nell’auditorium del Liceo Scientifico e con una lapide murata su una parete all’inizio della strada in cui nacque, Via Monte Grappa.

Pier Luigi Torre, ingegnere, inventore dello scooter Lambretta, nato a Vieste il 2 febbraio 1902. La commemorazione, annunciata alla cittadinanza con un manifesto, ha avuto luogo nei giorno 9 e 10 giugno, in due momenti. Quello della lapide, murata sulla casa natale, in Via Deputato Petrone e quello del Memorial sulla rotonda di Marina Piccola, dove c’è stata un’esposizione di “motorini”, dai primi modelli ai più recenti, nella maggior parte Lambretta, ammirati da parecchi visitatori.

Elezioni comunali del 28.05.2006

Come già fatto con il sindaco Spina Diana, unifico i due cicli amministrativi del sindaco Ersilia Nobile.

Consiglieri eletti

1Cimaglia Giuseppe
2Clemente Mauro
3Del Duca Matteo
4Devita Angelo
5D’Errico Antonio
6Di Candia Michelangelo
7Dirodi Girolamo
8Falcone Giuseppina
9Giuffreda Antonio
10Marinelli Francesco
11Mascia Michele
12Notarangelo Francesco
13Nobiletti Michele
14Pecorelli Pasquale (1944)
15Prencipe Saverio
16Prudenza Domenico
17Ragni Aldo
18Ragno Nicola
19Rosiello Nicola
20Zaffarano Raffaele

Sindaco: Nobile Ersilia. Giunta: Prencipe Saverio (vicesindaco), D’Errico Antonio, Devita Angelo, Ragno Nicola, Rosiello Nicola, Cimaglia Giuseppe, Zaffarano Raffaele.

Cimaglia Giuseppe, dimessosi a luglio del 2007 da consigliere comunale e da assessore, è stato surrogato nel primo incarico da Pecorelli Pasquale (1934) e nel secondo da Notarangelo Francesco.

Prudenza Domenico, dimessosi da consigliere a maggio del 2008, è stato surrogato da Sollitto Carlo.

Ragno Nicola, dimessosi da assessore a luglio del 2008, è stato surrogato da Sollitto Carlo.

Elezioni comunali del 15.05.2011

Da parecchio tempo, una rivalità interna spacca il PDL locale. Si contendono la candidatura alla carica di primo cittadino l’ex sindaco Mimì Spina Diana e il sindaco uscente Ersilia Nobile. La spunta Ersilia Nobile. Mimì Spina Diana, molto determinato, prepara una lista civica che raccoglie adesioni anche fuori del PDL. L’UDC, da sempre alleata col PDL, conta di confermare i buoni risultati delle precedenti votazioni. Anche il PD, ha le sue difficoltà. Da un paio di mesi ne è uscito Mauro Clemente, che aveva gestito la carica di segretario sezionale per circa un anno, con vivacità e impegno, puntando alla candidatura a sindaco, data come certa per diffuso consenso nel partito, poi rimessa in discussione. Entrerà in lista con Spina Diana. A guidare la compagine di sinistra è chiamata Annamaria Giuffreda, da tempo vicina alle correnti di quell’area, che sebbene nuova ai confronti elettorali, mostra vigore ed efficienza nella conduzione della campagna elettorale. Una quarta lista arriva da un gruppo di ambientalisti. Li ha raccolti intorno a sé Lazzaro Santoro, un idealista che oltre all’amore per la natura si fa notare anche nel volontariato.

Alle votazioni, che hanno luogo nei giorni 15 e 16 maggio, le liste sono presentate, con uno slogan e il nome del candidato sindaco, nel seguente ordine: PD e alleati, Per un’altra Vieste, Anna Maria Giuffreda; PDL-UDC, Ersilia Nobile sindaco di Vieste; LA RINASCITA, Lazzaro Santoro sindaco; Ripartiamo, Spina Diana sindaco.

Consegue la vittoria la lista PDL-UDC, sindaco Ersilia Nobile, con 2872 voti. In virtù del premio di maggioranza, si aggiudica l’elezione e 11 seggi, dei 16 che adesso comporranno il consiglio comunale. Segue la lista di Spina Diana con 2425 voti, che viene eletto insieme a 2 consiglieri (Mauro Clemente e Angelo De Vita), quindi, con 2233 voti, la lista di Anna Maria Giuffreda, che viene eletta insieme ad 1 consigliere (Calderisi Giuseppe), e infine quella di Lazzaro Santoro con 225 voti e nessun consigliere.

Consiglieri eletti

1Caruso Giuseppe (UDC)
2Falcone Giuseppina (PDL)
3Mascia Michele (PDL)
4Montecalvo Antonio (PDL)
5Notarangelo Francesco (PDL)
6Parisi Pasquale (FLI)
7Prudenza Domenico (UDC)
8Rosiello Nicola (PDL)
9Vescera Oronzo (PDL)
10Zaffarano Gaetano (PDL)
11Zaffarano Raffaele (PDL)
12Spina Diana Domenicatonio
13Clemente Mauro (Ripartiamo)
14De Vita Angelo (Ripartiamo)
15Giuffreda Annamaria (PD)
16Calderisi Giuseppe ( PD)

Sindaco: Nobile Ersilia. Prudenza Domenico (vicesindaco), Rosiello Nicola assessore, Parisi Pasquale, Zaffarano Gaetano, Zaffarano Raffaele.

Dopo l’insediamento della Giunta, i consiglieri Caruso Giuseppe e Montecalvo Antonio si sono dichiarati indipendenti, unendosi politicamente sotto il titolo di Nuovo Centro-Destra.

 Questa Amministrazione, destinata a restare in carica fino al 2016, è incappata nella grande crisi economica che dal 2008 attanaglia l’Europa, e l’Italia più di altri Stati. Le difficoltà si ripercuotono, naturalmente, anche sui Comuni. Al momento, ha realizzato il marciapiedi alla strada della Banchina, la rotatoria all’inizio del lungomare Europa e quella al termine di via 24 maggio; sempre al lungomare Europa la prosecuzione del marciapiede, l’installazione della ringhiera e il rifacimento della bitumazione su di un buon tratto della strada; nel mese di marzo 2014 è stato allargato un marciapiede in via Giovanni XXIII.

 C’è da aspettarsi dell’altro se tempi migliori lo consentiranno.

Jean Annot, il pittore di Vieste

Mi sembrerebbe di far torto alla memoria di un uomo, un forestiero innamorato di Vieste come forse pochi viestani nati lo sono, se tralasciassi di ricordarne la figura. Si chiamava Jean Annot. Pittore, di nazionalità belga, era giunto in Italia nel 1966 nei giorni dell’alluvione che colpì Firenze, insieme ad altri artisti, a dare una mano per salvare le opere d’arte in pericolo nei locali al pianterreno delle gallerie. Finito l’impegno a Firenze, verso la fine dell’anno si portò a Foggia e non seppe dirmi perché. E’ lui che mi racconta questa vicenda. A Foggia non ha più una lira in tasca. Chiede a un vigile di indicargli qualche cosa di bello da dipingere, farne un quadretto e venderlo, perché allo stato non può pagarsi neanche un pranzo. Il vigile sa dirgli solo il duomo, e lo dirotta verso una vicina trattoria frequentata dagli artisti. Al ristoratore ripete ciò che aveva detto al vigile. E quello: “Bene, adesso si sieda e si metta in pace con il pranzo, offro io, poi le consiglierò cosa deve fare”. Lui nel sentire che non deve pagare nulla si schermisce un po’, ma poi più che il pudore potè la fame. Finito il pasto, ancora una breve chiacchierata e poi il consiglio: “A Foggia c’è poco da dipingere, vada a Vieste, là di luoghi e cose da riprendere ne troverà tanti, le piacerà.” Ciò detto, gli porge cinquemila lire e alla nuova rimostranza di Annot aggiunge: “Lasci stare, si paghi il biglietto dell’autobus e buona fortuna”.

 Ed è così che venne a Vieste, pensando di starci un mese, due mesi, forse un anno. Invece rimase a lungo, attratto dalla bellezza del luogo e dalla ricchezza di soggetti da dipingere.

 Difatti dipinse molto, ad acquerello e ad olio, esprimendo il suo estro nella rappresentazione di scorci suggestivi e di peculiarità notabili di Vieste, così da diventare – sia detto magari con un po’ di retorica – il cantore della nostra città col pennello. Si può dire che non c’è aspetto significativo, urbano ed extraurbano, che non sia illustrato nei suoi quadri. Che egli vende da guadagnarci quanto gli basta per campare. E non sempre basta.

Un giorno, appesi alle pareti del Ristorante del mare, ubicato di fronte alla chiesa Santa Croce, dove adesso ci sono il fotografo De Leo e un’agenzia, vidi dei dipinti di Annot. Chiesi a Tommasina Ranieri, la padrona, come mai avesse quei quadri alle pareti, e lei, in poche parole mi raccontò una storia simile a quella della trattoria di Foggia. Annot era entrato per mangiare, e non avendo soldi voleva pagare con le sue pitture. Tommasina, commossa gli aveva risposto che lei era ormai anziana e di quadri non ne voleva, ma lui poteva venire a mangiare lo stesso ogni mezzogiorno senza nulla pagare. Se mai quando ne vendeva qualcuno poteva pagare il pasto di quel giorno. Annot le chiese allora il permesso di esporre i suoi lavori nel ristorante, offrendole la percentuale per ogni dipinto venduto. Lei gli rispose: “Puoi metterli, io non voglio niente, se qualcuno mi chiede informazioni vi fisso un appuntamento e ve la vedete tra voi”.

Il ristoratore di Foggia e la signora Tommasina sono personaggi d’altri tempi? Io m’immagino che persone siffatte siano attuali in tutti i tempi. Solo che non fanno rumore.

Annot usufruì dell’offerta per una mesata, e neppure andò tutti i giorni al ristorante. Alla fine costrinse la signora ad accettare il dono di un quadro

 Insieme all’amore per la pittura, gli stavano a cuore la natura (da vicino ai giovani del WWF, partecipò con loro alle iniziative di pulizia di tratti di spiagge e rive) e la difesa dei valori ambientali-culturali. Una volta, nei primi Anni Ottanta scrisse una lettera al Comune per segnalare che nel centro storico antico, Ad-Alt, da una casa era crollato un comignolo in muratura. E, richiamando l’attenzione sull’interesse storico dell’edilizia d’epoca che quello rappresentava, concludeva con la raccomandazione di imporre a chi di dovere di rifare il comignolo crollato così com’era, in muratura, diffidandolo dal metterci al suo posto un tubo di eternit, certamente meno costoso.

Stette fra noi una quindicina d’anni, discreto e dignitoso, stimato da quanti con lui ebbero modo di relazionarsi.

Quando pensò di non riuscire a trovare più nel nostro luogo soggetti nuovi da dipingere, materia prima della sua ispirazione, – così mi disse – spinto dalla sua costituzionale irrequietezza, cominciò ad allontanarsi da Vieste per periodi prima brevi poi sempre più lunghi. Per qualche anno un po’ qua, un po’ là nei paesi del Gargano, poi sempre più lontano e infine in Africa. Dai suoi viaggi mandava sempre qualche cartolina agli amici di Vieste che gli erano stati più vicini. Tra questi, più di tutti a Franco Ruggieri. Il quale, quando le cartoline non gli arrivarono più, prese a cercarlo. E tanto si diede da fare che trovò notizie: era deceduto in Africa. Si recò sul luogo della sua sepoltura, la fece sistemare dignitosamente e ne informò la famiglia in Belgio.

Riposa nella savana dell’Alto Ghana (Tamale) dove è morto il 10 marzo 1990.

Qualche anno dopo, per ricordarlo, Franco Ruggieri fece riprodurre alcuni suoi quadri su cartolina, annotando sul retro le seguenti notizie biografiche: Jean Annot è nato a Forest (Brabante), Belgio, il 21 maggio 1928. Arriva in Italia nel 1966 per l’alluvione di Firenze ove collaborò nell’ambito del Servizio Civile Internazionale al restauro di libri, manoscritti e mobili antichi. Dal 1968 elegge a Vieste la sua dimora. E’ senza dubbio l’artista che maggiormente ha saputo rappresentare il Gargano nella sua autenticità.

Per il suo amore verso la natura gli amici, del WWF di Vieste hanno intitolato la sezione al suo nome.

Ludovico Ragno

Il Faro settimanale

(31 – continua)